Economia

Cambio euro franco svizzero libero: per Campione d'Italia 'catastrofe naturale'

Casinò prende euro e paga franchi: a rischio costi e 530 addetti

Redazione Ansa

L'inattesa esplosione del cambio tra euro e franco svizzero rischia di fare una vittima inattesa: Campione d'Italia, l'enclave sul Lago di Lugano il cui Casinò, il centro della vita non solo economica di un Comune di circa 3.000 abitanti, calcola un aumento dei costi annui di almeno 20 milioni. "Per fortuna non ci sono morti, ma è morta Campione: ora è indispensabile un intervento del Governo", chiede il sindaco Marita Piccaluga. "Per noi è come una catastrofe naturale", aggiunge l'amministratore delegato del Casinò, Carlo Pagan, alla guida di una struttura da 530 dipendenti che incassa per l'80% in euro ma paga soprattutto in franchi.
    "Anche quest'anno siamo su incassi di circa 100 milioni di euro e aziendalmente la casa di gioco va benissimo: mentre gli altri Casinò italiani scendono di fatturato, noi rimaniamo stabili e siamo di conseguenza saliti dal 25 al 30% della quota del mercato nazionale", spiega Pagan. L'attività della casa da gioco è comunque difficile tra la concorrenza fortissima dell'on line, la crisi e la conseguente diminuzione dei giocatori, la nascita di una struttura ora forse sovradimensionata, con il rifacimento in grande stile firmato nel 2007 dall'architetto svizzero Mario Botta costato 14 milioni di franchi svizzeri, cioè oltre 9 milioni di euro (di allora).
    "E' una struttura nata su un rapporto di cambio tra euro e franco svizzero dell'1,5, cioè ai livelli pre-crisi", aggiunge l'amministratore delegato del Casinò. Da anni i bilanci sono in rosso oltre i 20 milioni, anche perché ingenti fondi vengono versati al Comune, e i dipendenti - passati da diversi contratti di solidarietà - sono già scesi di oltre 100 unità.
    Un aumento dei costi in una sole giornata di oltre il 20% ammazzerebbe qualsiasi azienda e senza un intervento finanziario esterno Campione d'Italia rischia seriamente il crac. Il Comune sta seguendo anche l'accordo fiscale in fase di firma tra Italia e Svizzera, con un punto cruciale: i conti degli abitanti dell'enclave nelle banche elvetiche, che non si vorrebbe 'scudare' "in quanto sono stati tassati all'origine e al tempo della loro nascita non era percorribile l'alternativa di aprirli in Italia, anche perché si trattava di incassi in franchi", spiega il sindaco. Ma questa è un'altra storia: ora per non affondare nel lago bisogna risolvere l'emergenza cambi. 
   

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