Economia

Fed, rischio stagnazione in Eurolandia e in Giappone

Ridotti aiuti a economia, tassi fermi

Redazione Ansa

L'economia cresce a una velocità moderata. Il mercato del lavoro migliora ma non si è ancora ripreso del tutto. Per questo una politica monetaria altamente accomodante resta appropriata e sono appropriati tassi bassi per un ''periodo prolungato'' dopo la fine del piano di acquisti di asset. Programma che si chiuderà in ottobre se l'outlook restera' invariato. La Fed rassicura i mercati: al momento non c'e' alcuna fretta di alzare i tassi di interesse, fermi fra lo 0 e lo 0,25%. Ma a una stretta e alla exit strategy la Fed pensa: la velocita' di azione dipendera' dall'economia e la Fed potrebbe usare un range target per i tassi piuttosto che un numero esatto. Le rassicurazioni di Janet Yellen mettono le ali a Wall Street che, dopo un avvio debole, prende slancio e chiude positiva, con il Dow Jones record.

La Fed si pronuncia dopo la chiusura delle piazze europee, tutte in positivo con Milano regina che guadagna l'1,55%. Una chiusura positiva in attesa della Fed e in vista della prima delle due aste T-ltro della Bce, alla quale le banche italiane potrebbero aver presentato richieste per 45 miliardi di dollari. La domanda degli istituti italiani e' ''massiccia'' ma - afferma il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli - le banche per fornire credito alle aziende chiedono ''buone proposte basate su buoni piani industriali con trasparenza fiscale''. Il mercato spera anche nella vittoria di un 'no' all'indipendenza della Scozia, dove domani gli elettori saranno chiamati a esprimersi su una possibile secessione dalla Gran Bretagna. Mantenendo i tassi di interesse fermi fra lo 0 e lo 0,25% e riducendo di altri 10 miliardi di dollari gli aiuti all'economia a 15 miliardi di dollari al mese, la Fed rivede al ribasso le stime per il pil americano nel 2014 e nel 2015: quest'anno l'economia dovrebbe crescere del 2,0-2,2%, meno del 2,1-2,3% stimato in giugno. Limata al ribasso anche la previsione del 2015 a 2,6-3,0% dal 3,0-3,2% previsto in precedenza.

La Fed pubblica per la prima volta le proprie stime per il 2017, quando l'economia e' attesa crescere del 2,3-2,5%. La ripresa americana - mette in evidenza il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) -si inserisce in una ripresa globale incerta, sulla quale sono aumentati i rischi, come quello di stagnazione secolare nell'area euro e in Giappone. Eurolandia e la sua bassa inflazione e crescita preoccupano anche la Fed: L'area euro - afferma Yellen - e' un rischio per l'economia globale. Un quadro, questo, all'interno del quale la Fed si appresta a muovere i primi passi della exit strategy. Il primo e' atteso il prossimo mese, con la fine del terzo round quantitative easing, una delle misure piu' aggressive prese dalla Fed durante la crisi del 2008. Poi sara' la volta dei tassi, ma al momento lo stato dell'economia non richiede nessuna fretta. I tassi sono fra lo zero e lo 0,25% dal dicembre 2008 e - secondo le stime dei componenti della Fed - non aumenteranno prima del 2015: la maggior parte dei componenti della Fed prevede un aumento dei tassi nel 2015. Quattordici dei 17 componenti ritengono una stretta possibile il prossimo anno, a fronte di un membro che ritiene andrebbe anticipata a quest'anno e due componenti che ritengono che la Fed dovrebbe attendere fino al 2016.

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