Economia

Fiat giù in borsa. Marchionne, 'paghiamo i dati sul Pil'

L'ad, 'diritto recesso è scenario esagerato'

Marchionne, da dati Italia impatto negativo su titolo

Redazione Ansa

"Le informazioni che arrivano dall'Italia generano un sentimento negativo, con un impatto negativo sull'Italia stessa. E noi siamo trascinati dentro come parte di questa": lo ha detto Sergio Marchionne, parlando del gruppo e del titolo. "Se avessimo potuto scegliere avremmo scelto tempi migliori per annunciare la fusione".

Quello del recesso sulla fusione Fiat-Chrysler "è uno scenario esagerato", ha detto il numero uno del gruppo, Sergio Marchionne, spiegando come Fiat stia pagando "il prezzo di una reazione eccessiva".

Fiat crolla in borsa, è incognita recesso
Altra seduta di passione per Fiat, con il titolo del Lingotto sospeso per tre volte in mattinata, dopo essere arrivato a perdere fino all'8,5% in una giornata nera per tutta Piazza Affari. Le azioni, sotto pressione per le incognite legate all'esercizio del diritto di recesso, hanno chiuso in ribasso dello 5,55% a 6,46 euro nonostante i buoni risultati di Chrysler nel secondo trimestre. Si tratta dell'ottavo calo consecutivo per Fiat, scivolata ai minimi del 2014. 

Mediobanca si aspetta che il titolo resti sottoposto a "volatilità fino a un paio di giorni dopo il 20 agosto", termine ultimo per esercitare il diritto di recesso, ma scommette che la fusione con Chrysler vada in porto, eventualmente grazie all'intervento di Exor che potrebbe acquistare le azioni oggetto di recesso che eccedono il controvalore di 500 milioni di euro. A causa dell'"apprensione" sulla buona riuscita del progetto di fusione la "volatilità" sul titolo potrebbe continuare nei "prossimi giorni", afferma Bofa Merrill Lynch dicendosi però più preoccupata per i fondamentali di Fiat che non per la riuscita dell'operazione. Banca Akros si sofferma sul fatto che più aumenta la convenienza per esercitare il recesso, più si aumentano le probabilità che venga superato il limite di 500 milioni oltre il quale la fusione è a rischio.

Perché le nozze tra Fiat e Chrysler vadano in porto è necessario che le richieste di recesso non comportino per Fiat un esborso superiore ai 500 milioni (salvo la possibilità per i soci di acquistare le azioni in eccesso). Chi recede ha diritto a ricevere 7,7 euro, importo superiore di quasi il 20% alle attuali quotazioni del titolo. Per far saltare l'operazione basta il recesso del 5,17% del capitale. Legittimati a chiederlo sono i soci che hanno votato contro nell'assemblea di Fiat e quelli che non sono intervenuti all'assise, pari rispettivamente, ricorda Intermonte, all'8% e al 48% del capitale.

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