Economia

Fisco, Cgia: senza tagli spesa aumento 'stangata' da 3 mld 2015

Orlandi: "con semplificazioni via arretrati rimborsi Iva"

Il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi

Redazione Ansa

Senza tagli alla spesa pubblica improduttiva, nel 2015 gli italiani rischiano di subire un aumento automatico delle imposte di 3 miliardi di euro. Lo rileva la Cgia secondo la quale tutto ruota attorno alla cosiddetta "spending review". Secondo il Def approvato nella primavera scorsa, nel triennio 2014-2016 c'è l'impegno del Governo di tagliare a regime la spesa pubblica per un importo di 32 miliardi di euro. Per l'anno in corso, segnalano dalla CGIA, l'obbiettivo è di raggiungere una riduzione delle uscite di 4,5 miliardi di euro.

La situazione, per la Cgia, diventa ancor più impegnativa per gli anni a venire. Nel 2015 il Governo ha deciso di tagliare la spesa pubblica di 17 mld di euro, con un impegno minimo da raggiungere che non potrà essere inferiore ai 4,4 mld di euro. Nel caso il Governo non sia in grado di centrare questo obbiettivo minimo, scatterà la cosiddetta "clausola di salvaguardia". In altre parole, a fronte del mancato taglio della spesa, i contribuenti saranno chiamati a sopportare un aggravio fiscale di 3 mld di euro, a seguito della riduzione delle agevolazioni/detrazioni fiscali e all'aumento delle aliquote, mentre i ministeri dovranno razionalizzare la spesa per un importo di 1,44 miliardi di euro.

"In buona sostanza - rileva Giuseppe Bortolussi, segretario Cgia - il meccanismo è a dir poco diabolico. Se il Governo non sarà in grado di chiudere gli enti inutili, di risparmiare sugli acquisti, di tagliare gli sprechi e gli sperperi che si annidano nella nostra Pubblica amministrazione. Nessun problema, a pagare il conto - prosegue - ci penseranno in particolar modo i contribuenti italiani che già oggi subiscono un carico fiscale tra i più elevati d' Europa." Nel 2016, 2017 e 2018 le risorse già impegnate dal taglio della spesa pubblica ammontano rispettivamente a 8,9, 11,9 e 11,3 miliardi di euro. Il conseguimento di questo risparmio di spesa è garantito, lo ripetiamo, da apposite clausole di salvaguardia, che consistono nel taglio delle risorse a disposizione dei Ministeri, e, in particolar modo, da un aumento della tassazione di 7 miliardi di euro nel 2016 e di 10 miliardi di euro nel 2017.

Orlandi: "con semplificazioni via arretrati rimborsi Iva" - L'innalzamento a 15mila euro della soglia entro cui chiedere rimborsi Iva senza adempimenti permetterà di eliminare in gran parte l'arretrato. Lo ha sottolineato il direttore dell'Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi in audizione in commissione Finanze alla Camera sul decreto legislativo sulle semplificazioni fiscali.  I rimborsi Iva, ha sottolineato "sono tra le nostre priorità. Noi lavoriamo i rimborsi ma non riusciamo a pagarli perché mancano le fidejussioni, banche e assicurazioni non hanno supportato molto le imprese in questi anni". Molte imprese hanno crediti ridotti, ha spiegato, ma "non riescono ad averli perché non hanno la fidejussione". E questo "ha anche favorito la nascita di strane situazioni di Confidi e quant'altro che abbiamo dovuto combattere perché di natura profondamente fraudolenta". La nuova norma "rende più fluidi i rimborsi ed elimina il grosso del costo per le imprese, e libererà stragrande maggioranza dei rimborsi al momento bloccato per mancanza di fidejussioni".

"Siamo convinti che si riuscirà a fare un lavoro serio" sul 730 precompilato "se tutti si prenderanno le loro responsabilità. La precompilata si può fare a meno che qualcuno il 29 o il 30 dicembre non decida di modificare la normativa su detrazioni, deduzioni e altro. I modelli sono già in lavorazione sulla base della legislazione vigente. Se la legislazione salta a un mese dall'emanazione" dei modelli "la precompilata salta". Lo ha ribadito in audizione alla Camera il direttore dell'Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi. I rimborsi Iva, ha sottolineato "sono tra le nostre priorità. Noi lavoriamo i rimborsi ma non riusciamo a pagarli perché mancano le fidejussioni, banche e assicurazioni non hanno supportato molto le imprese in questi anni". Molte imprese hanno crediti ridotti, ha spiegato, ma "non riescono ad averli perché non hanno la fidejussione". E questo "ha anche favorito la nascita di strane situazioni di Confidi e quant'altro che abbiamo dovuto combattere perché di natura profondamente fraudolenta". La nuova norma "rende più fluidi i rimborsi ed elimina il grosso del costo per le imprese, e libererà stragrande maggioranza dei rimborsi al momento bloccato per mancanza di fidejussioni".

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