Economia

Istat: inflazione frena a 0,1% per famiglie con minore spesa

E' sei volte più alta per i nuclei a più elevato livello consumo

Redazione Ansa

Nel secondo trimestre del 2014 l'inflazione, pari in media allo 0,4%, risulta più bassa (0,1%) per le famiglie con la spesa media mensile minore e fino a sei volte più sostenuta (0,6%) per le famiglie con i più elevati livelli di consumo. Lo rileva l'Istat analizzando l'andamento dei prezzi per le classi di spesa delle famiglie. La lieve variazione positiva dei prezzi che interessa le famiglie con bassi livelli di consumo dipende soprattutto dall'aumento dei prezzi dei Servizi relativi all'abitazione.

Pesano soprattutto gli aumenti dei servizi di depurazione dell'acqua e di raccolta rifiuti. Sempre per questo gruppo di famiglie a minore livello di spesa il contributo negativo più marcato all'inflazione deriva per le comunicazioni, seguite dai beni dell'aggregato energia e dagli alimentari non lavorati. Quanto, invece, alle famiglie del gruppo a più elevato livello di consumo, l'aumento dei prezzi è devoto in particolare alla categoria ''altri beni'', seguita dai prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, dei servizi relativi all'abitazione e da quelli relativi ai trasporti. Su questi ultimi incidono in particolare i biglietti aerei, che hanno un peso maggiore nelle spese delle famiglie di questa fascia.

I prezzi dei beni sono in deflazione dello 0,1% nel secondo trimestre 2014. Lo rileva l'Istat nell'analisi dell'inflazione per classi di spesa delle famiglie. I prezzi dei servizi, invece, realizzano un aumento dell'1% nel periodo aprile-giugno. L'indice generale si attesta così allo 0,4%.  Più in dettaglio, i prezzi dei beni risultano in calo per tutti i gruppi di famiglie tranne l'ultimo (quello a maggiori capacità di spesa): la flessione è dello 0,3% per la prima fascia e dello 0,2% per la seconda, la terza e ka quarta.

Guidi, ripresa debole in tutta Europa. Il dato su fatturato e ordini dell'industria di maggio, comunicato ieri dall'Istat, "non può fare piacere e anzi conferma che la ripresa è debole in tutta Europa". Questo il commento del ministro dello Sviluppo, Federica Guidi, a margine della firma di 24 contratti di sviluppo a Palazzo Chigi. Si tratta, ha aggiunto Guidi, "di un dato influenzato dall'export, il che dimostra che altre aree del mondo hanno problemi di crescita. Da un lato ci preoccupa, dall'altro ci conferma che la strada intrapresa è quella giusta".

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