Economia

Cig, Cgil: con nuovi criteri deroga a rischio 60 mila

Lavoratori in bilico se confermato restringimento ammortizzatori

Cig, Cgil: con nuovi criteri deroga a rischio 60 mila

Redazione Ansa

Se saranno confermati i nuovi criteri per Cig e mobilità in deroga previsti dalla bozza di decreto interministeriale, "dei 148 mila lavoratori coperti da questi strumenti sarebbero a rischio tra i 48 e 65 mila". Così il segretario confederale Cgil, Serena Sorrentino, parlando del restringimento dei requisiti e dei tempi massimi per la deroga.

I principi stabiliti nel decreto, infatti, riducono da 12 a 8 i mesi di copertura e limitano la possibilità di ricorso allo strumento, inserendo vincoli per imprese e lavoratori. Inoltre, sottolinea Sorrentino, la platea dei lavoratori coperti attraverso ammortizzatori sociali in deroga è già stata ristretta dagli "accordi presi a livello regionale". Su tutto ciò, evidenzia la sindacalista, pende il problema non risolto del rifinanziamento: per coprire il resto dell'anno manca circa un miliardo di euro". Sorrentino ha partecipato oggi alla mobilitazione davanti alla Camera dei Deputati proprio per chiedere le risorse necessarie a Cig e mobilità in deroga. Il presidio di questa mattina, organizzato unitariamente da Cgil, Cisl e Uil, è stato dedicato ai lavoratori delle regioni del Nord d'Italia, mentre per dopodomani è previsto un sit-in a favore del Mezzogiorno.

Camusso: ora pensare a lavoro o niente crescita. Il governo "o mette in agenda, come priorità, il tema della disoccupazione o tutti i ragionamenti su una crescita che scompare sono inutili". Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, in occasione del presidio unitario a piazza Montecitorio per chiedere il rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga. Secondo Camusso si tratta di una scelta da fare subito: "In questi giorni". E oltre al "problema di Cig e mobilità in deroga" ci sono anche "le norme previdenziali che impediscono il turnover". Tra gli strumenti che potrebbero aiutare per la leader della Cgil ci sono "i contratti di solidarietà, che andrebbero utilizzati in maniera più espansiva". Inoltre, aggiunge, di fronte alle "continue ristrutturazioni aziendali, con il conseguente restringimento della base occupazionale, tra cui anche imprese pubbliche come l'Eni, il governo deve dirci cosa vuole fare, noi proponiamo di utilizzare i dividenti per fare investimenti". Insomma per Camusso "un governo serio dovrebbe andare dalla cancelliera tedesca e dire che non possiamo andare avanti ammazzando le nostre imprese".

 

Leggi l'articolo completo su ANSA.it