Economia

Dl Irpef, stallo in Senato. Tra i nodi il bonus alle famiglie numerose

Più tasse a fondi pensione, salve le casse private. Testo attero alla Camera il 12 giugno. Inps, bonus anche a prestazioni malattia e maternità

Busta paga bonus 80 euro

Redazione Ansa

Discussioni in corso Pd-Ncd sui benefici fiscali per famiglie e imprese. Così slitta l'ok delle commissioni del Senato (Bilanci e Finanze) al decreto Irpef, quello degli 80 euro. Il nodo, da quanto riferiscono più senatori, sarebbe ancora quello di estendere, come chiede Ncd, il bonus anche alle famiglie monoreddito più numerose. E di rendere più incisivo il taglio dell'Irap ora previsto al 10%. Infatti Maurizio Sacconi dice: ''insistiamo a chiedere l'estensione mirata della detassazione a famiglie e imprese''.

Dunque ci vorrà più tempo. Anche se i senatori più malpensanti ritengono che il nodo non sia nell'oggetto del contendere. Ma nell'atteggiamento post-elettorale del Ncd. In commissione infatti sono stati esaminati gli emendamenti agli articoli dal 3 al 10 e agli articoli 14 e 15 (accantonati gli articoli 1, 2 e 3) sui complessivi 50 del testo. Insomma il via libera delle commissioni atteso per il 29 maggio slitta almeno a martedì mattina (3 giugno). Quando inoltre dovrebbe essere già approvato il dl per lo slittamento della Tasi che confluirebbe poi nel dl Irpef. Poi, a meno di sorprese ulteriori, il testo passerà all'esame dell'aula dove a questo punto, dato l'allungamento dei tempi, sembra scontata la richiesta di fiducia. Poi il testo passa alla Camera dove l'approdo in aula è previsto per il 12 giugno (10 giorni dalla decadenza).

In Senato intanto le commissioni, dopo una serie di slittamenti, sono andate in ordine sparso. Accantonati i nodi fondamentali (innanzitutto appunto il bonus Irpef all'articolo 1 e il taglio Irap al 2), si sono concentrate su argomenti di maggior dettaglio. Mentre l'Inps fornisce ulteriori precisazioni sul bonus (andrà anche ai lavoratori in malattia e in congedo di matenità obbligatorio) tra le novità della giornata in Senato un nuovo emendamento a firma dei relatori (attualmente accantonato) ribattezzato il 'salva-Casse'. In pratica viene previsto un aumento per il 2014 dello 0,5% (all'11,5%) dell'aliquota dell'imposta sostitutiva a carico dei fondi pensione complementari per consentire un credito d'imposta alle casse previdenziali privatizzate che sterilizzi l'aumento della tassazione dal 20 al 26% previsto per le rendite finanziarie.

Nessuna novità sulla Rai e, anche se il Governo ha detto che sarà esclusa dal taglio previsto per le partecipate (articolo 20) e si dice che il taglio di 150 milioni previsto dall'articolo 21 potrebbe essere più 'soft', al momento il governo non avrebbe presentato emendamenti. Né, da accordi in commissione, potrebbe più farlo. Se ne parlerà dunque martedì. Quello che è certo è che la situazione allarma non poco in 'casa' Rai tanto che il direttore generale Luigi Gubitosi spiega: ''Il Piano industriale, alla luce delle disposizioni del decreto Irpef, non è più sostenibile''.

Per la P.a. alcune novità: scatta dal 2015 l'obbligo di pubblicare un indicatore trimestrale di ''tempestività'' dei pagamenti. Comuni e Regioni verrebbero poi esclusi dall'obbligo della rinegoziazione delle consulenze. E il taglio del 5% ai nuovi contratti delle pubbliche amministrazioni diventeranno non più un obbligo ma una facoltà. Tanto che salta una parte del decreto che prevedeva sanzioni per gli inadempienti. Ritirato l'emendamento della relatrice che puntava ad equiparare la tassazione sui dividendi e le plusvalenze delle partecipazioni qualificate e di quelle non qualificate. L'emendamento, si apprende in Senato, sarà discusso all'interno della delega fiscale. Si stabilisce invece che anche per il 2015 le entrate che deriveranno da misure straordinarie di lotta all'evasione, non registrate già nei saldi, andranno al taglio delle tasse. Le risorse ''permanenti'' andranno al fondo taglia-tasse.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it