Economia

Svizzera: banche bloccano prelievi bancari evasori stranieri

E lo spallonaggio è tornato di moda, con tariffe più alte

Quattro lingotti d'oro sequestrati al confine Svizzera-Italia in una foto d'archivio

Redazione Ansa

Per anni le banche svizzere hanno accolto il denaro di clienti stranieri in fuga dal fisco, ma i tempi sono cambiati e le ''coccole sono finite'', afferma l'avvocato ticinese Paolo Bernasconi, esperto di diritto fiscale. Da oltre un anno – ha spiegato - un crescente numero di istituti di credito elvetici non vogliono più correre il rischio di cause giudiziare per aver favorito l'evasione fiscale e bloccano i prelievi in contanti dei clienti stranieri sospettati di non essere in regola.

''Migliaia e migliaia di clienti francesi, italiani o tedeschi evasori sono in trappola'', ha aggiunto parlando all'ANSA. ''Questa pratica non ha una base legale'' ed è indipendente dalla recente decisione della Svizzera di aderire al protocollo per lo scambio automatico di informazioni bancarie dell'0Ocse che pone fine al segreto bancario. ''Già dal 2013 – ha affermato Bernasconi - un gran numero di banche ha cominciato a bloccare i prelievi in contanti dei clienti stranieri evasori. Inoltre eventuali bonifici sono consentiti solo verso Paesi fiscalmente cooperativi e solo se avvengono a favore di conti a nome del medesimo cliente''. '

'Le banche svizzere si sono fatte bastonare negli Stati Uniti e vogliono evitare di dover affrontare un conflitto così disastroso anche con Paesi come l’Italia o la Francia''. Ma non tutti i clienti interessati si piegano alla nuova condotta delle banche e denunce sono state sporte per violenza privata contro alcuni istituti di credito. Sul piano penale – spiega l’avvocato - il ministero pubblico(procura) del canton di Ginevra ha respinto le denunce, ma sul piano civile la situazione è diversa. In diversi casi, ''il tribunale civile di Lugano ha ordinato alla banca di autorizzare il prelievo'', ha precisato.

E lo spallonaggio è tornato di moda, con tariffe più alte: ''se prima gli spalloni chiedevano l'1 o il 2 %, adesso la tariffa è salita al 5%. E raggiunge il 7% se la rimessa in Italia avviene a partire da paradisi fiscali geograficamente più lontani della Svizzera'', ha concluso.

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