Economia

Taglio Irpef e Jobs act, impatto su conti e economia

Con riforme +2,2 punti Pil nel 2018 e +1,2 punti occupati

Taglio Irpef e Jobs act, impatto su conti e economia

Redazione Ansa

Bisognerà aspettare almeno l'anno prossimo per vedere qualche effetto tangibile del taglio dell'Irpef sulla crescita economica. Quest'anno, la riduzione del cuneo fiscale che porterà ai redditi medi 80 euro in più in busta paga - e che costerà circa 6,6 miliardi di euro - spingerà il Pil di un quasi impercettibile 0,1%. Nel 2015 l'effetto sarà invece dello 0,3%, con un'ulteriore progressione negli anni successivi (+0,4% nel 2016 e +0,6% sia nel 2017 che nel 2018).

Un micro-effetto depressivo arriverà invece dalla spending review che contribuirà in negativo rallentando il ritmo della crescita italiana.

L'impatto macro delle riforme del governo è chiaramente riportato nel Def in una tabella dettagliata di tutti gli effetti ("non inclusi nel quadro macroeconomico e in quello programmatico di finanza pubblica") delle singole misure, dal taglio dell'Irpef a quello dell'Irap, dalle semplificazioni e liberalizzazioni già varate nel 2012 e nel 2013 al dl lavoro, fino alla spending e all'aumento della tassazione sulle rendite finanziarie.

Complessivamente quest'anno l'impatto di tutte le misure programmatiche rispetto allo scenario di base sarà sul Pil di +0,3%, grazie soprattutto al +0,2% determinato dalla riforma del mercato del lavoro (legge Fornero modificata dall'ultimo dl del Jobs act) e al +0,1% ottenuto con l'aumento delle detrazioni.

L'effetto sarebbe più visibile nel 2015 (+0,6%) mentre alla fine del quadro previsionale, nel 2018, l'aumento del Pil sarebbe in totale del 2,2%.

A beneficiare della spinta delle riforme sarebbero soprattutto, sia nel breve che nel medio termine, gli investimenti fissi lordi (+0,7% quest'anno) ma un impatto positivo pari nel 2014 a +0,4% arriverà anche sui consumi, come auspicato più volte dal premier Matteo Renzi parlando del taglio Irpef. Meno evidente invece, almeno nell'immediato, l'effetto delle riforme sull'occupazione (+0,2% quest'anno e +1,2% alla fine del quinquennio).

Di certo, tra tutte le novità approvate o annunciate sarà la spending review a fare da fardello alla spinta potenziale. Lo strumento utilizzato per coprire gran parte del taglio del cuneo fiscale avrà infatti un effetto negativo quest'anno sia sul prodotto interno lordo (-0,1%) che sugli investimenti (-0,2%).

Segni meno che si ritrovano anche nel medio periodo per tutte le variabili macroeconomiche considerate (oltre a Pil e investimenti anche consumi, investimenti e saldo primario).

Quasi nullo infine l'impatto, almeno nel breve periodo, del taglio Irap. La riduzione non avrà alcun effetto quest'anno né sul Pil né sull'occupazione e gli investimenti.

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