Economia

Draghi, ripresa modesta; bene banche su capitali

Visco, italiane in ordine.Giovedì board Bce, focus su deflazione

Mario Draghi con Olli Rehn ad Atene

Redazione Ansa

L'Eurozona ha "una ripresa graduale anche se modesta". Non cambia il messaggio del presidente della Bce, Mario Draghi all'indomani dell'allarme deflazione rivelato dal rapporto Eurostat e a poche ore dalla riunione del board di giovedì su tassi di interesse e misure di stimolo. Dall'Eurogruppo di Atene, il numero uno dell'Eurotower, ripete invariabilmente la formula con cui da mesi ci avverte che la ripresa è in atto, ma è fragile, disomogenea e progredisce a ritmo lento. Ben più tangibili, invece, i progressi compiuti nell'azione di risanamento del sistema finanziario da quando è scattata la stretta sorveglianza della Bce.

Draghi ha riconosciuto che le banche "negli ultimi mesi hanno rafforzato di molto le loro posizioni di capitale", anche se - avverte - è "troppo presto per dare una valutazione dei singoli sistemi bancari". E' appena partita, infatti, l'asset quality review, ossia l'esame dei portafogli prestiti su cui si incardinano gli stress test, che potrebbe portare a svalutazioni, fusioni e persino al fallimento di alcuni istituti. Una "sfida cui le banche italiane hanno già risposto bene" assicura il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, spiegando che i nostri istituti "hanno fatto pulizia" e hanno messo mano a un "fortissimo" aumento della patrimonializzazione "con i propri mezzi". Giusto un mese fa Draghi parlava di "bicchiere mezzo pieno" commentando i progressi compiuti in Eurolandia, e nell'ultima riunione di politica monetaria si è impegnato a varare nuove misure straordinarie per sostenere la ripresa, incluso il 'quantitative easing' adottato dalla Federal Reserve con l'acquisto di titoli di debito pubblico e bond privati. Una strategia ultra-espansiva praticata dal 2009 anche dalla Banca d'Inghilterra e ancor prima dalla Banca del Giappone. E ora che sembra venuto meno il veto della Bundesbank dopo le recenti aperture del presidente Jens Weidmann, la Bce potrebbe accodarsi. Di questo si discuterà nella riunione del board di giovedì alla luce di una disoccupazione che resta su livelli record, rischi di deflazione, consumi al palo, e produttività che non decolla. E se gli economisti continuano ad escludere un taglio dei tassi di interesse, di sicuro al vaglio ci saranno contromisure per scongiurare le spinte disinflattive.

Difficile fare previsioni sul messaggio che Draghi deciderà di inviare ai mercati. Oggi il vice presidente della Bce Vitor Constancio ha riconfermato che l'Eurotower non vede "prospettive di deflazione" e che il basso livello di inflazione registrato a marzo verrà "corretto al rialzo ad aprile", grazie al progredire della ripresa. Qualche segnale è intanto arrivato dal settore manifatturiero: l'indice Pmi dell'Eurozona di marzo conferma la fase di espansione del ciclo (53 punti) e in Francia torna a crescere per la prima volta in due anni (a 52,1 punti da 49,7). In Italia segna un lieve rialzo (a 52,4 da 52,3) mentre in Spagna si registra la crescita più forte da 4 anni (52,8 da 52,5).
   

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