Cultura

Massimo Temporelli e il digitale umanizzato

Primo titolo per ragazzi Come sarà il mondo quando sarò grande

Redazione Ansa

MASSIMO TEMPORELLI, COME SARÀ IL MONDO QUANDO SARÒ GRANDE (BATTELLO A VAPORE, PP 224, EURO 17.00)

Un libro per allenarsi al futuro, nel quale le tecnologie saranno una parte integrante ma per avere un impatto positivo dovranno essere disegnate da umani consapevoli e responsabili. Massimo Temporelli, fisico, divulgatore scientifico, nel suo primo libro per ragazzi, Come sarà il mondo quando sarò grande' (Battello a Vapore) ripercorre e viaggia tra invenzioni e rivoluzioni da oggi al 2080, mostrandoci come l'arrivo di nuove tecnologie abbia sempre cambiato l'homo sapiens.
    Da oltre 25 anni il divulgatore e storico della scienza esplora gli effetti sulle persone e la società della tecnologia e l'innovazione tra università, libri, podcast, trasmissioni televisive, web series e corsi di formazione, ma questa volta lo fa con una spinta diversa, parlando ai ragazzi, alle ragazze e alla scuola. "Davanti all'innovazione e al futuro siamo tutti ragazzini. Nessuno può dire io so già dove stiamo andando, è tutto un gioco di metafore di storytelling, di racconti. Se vuoi di fantasia perché non abbiamo fonti certe" dice all'ANSA Temporelli. "Questo è un libro positivo, che ti dice che possiamo farcela, che è nostra responsabilità farcela e che attraverso la progettazione e la conoscenza delle nuove tecnologie, con tutte le criticità che giustamente vengono evidenziate, abbiamo ancora nelle mani il nostro futuro" aggiunge.
    Costruito attraverso decenni, accompagnato da illustrazioni, questo libro è un viaggio scientifico e divertente che ci mette davanti a nuove sfide. "I primi decenni sono verosimili, naturalmente più ti allontani dall'oggi e più è un azzardo. Sicuramente quello a cui serve questo libro è a orientare i giovani verso un ragionamento sul futuro e sulla progettualità.
    È vero che il futuro sarà digitale, ma sarà un digitale umanizzato. Il tema da capire è: siamo coscienti di questo cambiamento? Siamo coscienti che disegnando queste tecnologie bene l'homo sapiens cambia in meglio? Se lo siamo ci dobbiamo impegnare tutti a disegnare quelle tecnologie. Per questo i ragazzi e le ragazze sono importanti. Non dobbiamo lasciare in mano il cambiamento alle multinazionali, con tutto il rispetto che ho per le multinazionali, per i grandi inventori. Ci deve essere quello che oggi si chiama co- progettazione. L'utente, i cittadini e le aziende devono disegnare i social network, l'IA.
    Non possono essere in mano a pochi" sottolinea Temporelli che ha dedicato il libro alle sue figlie di 10 e 12 anni. Scherzando, ma neppure tanto, dice: "Se le mie figlie non faranno un Erasmus su Marte e non si innamoreranno di un robot c'è qualcosa che non va".
    Certo, non tutto quello che abbiamo fatto nei primi anni del digitale è andato benissimo, ma "nei 100 anni che ci separano dal 2024, dalla fine della prima guerra mondiale a oggi, il mondo è migliorato: ci curiamo meglio, ci scaldiamo, meglio, dormiamo meglio. La condizione di vita dell'uomo occidentale è migliorata. Il tema è: questa deriva dell'utilizzo delle tecnologie non potrebbe toglierci delle abilità? Si, è già successo e non siamo morti. Da cacciatori raccoglitori siamo diventati agricoltori, abbiamo perso tante abilità ma ne abbiamo guadagnate altre. Internet , l'IA, la robotica o i social network cambiano l'umanità, le prassi sociali, antropologiche.
    Se progettiamo male l'operazione è disumanizzante, se la facciamo bene è umanizzante" dice. "Insieme possiamo costruire non solo un mondo migliore ma anche più giusto". E cosa è stato del resto, della natura? "La abbiamo devastata. Plastiche, allevamenti intensivi. Ce ne siamo fregati della conseguenza delle nostre azioni artificiali, tecnologiche, ma anche gli altri esseri viventi hanno il diritto di vivere bene e non vanno sfruttati".
    Quanto ci vorrà per un cambiamento culturale vero? "Sta già avvenendo. Il futuro è già qua, però non è equamente distribuito. Il tema è distribuirlo e condividere l'idea che quello è il futuro. Di IA per esempio i ragazzi sanno già tutto, ma la scuola è ancora statica. I social network erano uno strumento potentissimo da usare a scuola e invece abbiamo fatto finta che non esistessero. Normalizziamo la tecnologia come driver di umanità, attiviamo un pensiero positivo sul futuro però diciamo che non è che arriva da solo. Applichiamo l'IA in modo intelligente alla scuola. Viviamo questi mondi. Presidiamo gli spazi" è l'invito di Temporelli. 
   

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