Cultura

Da Manzini a Savatteri cenone in giallo senza zafferano

Anche Gimenez-Bartlett per 8 racconti tra cibo e delitto

Redazione Ansa

AUTORI VARI - CUCINA IN GIALLO - (SELLERIO, pp. 430 - 16,00 euro).
    Ecco un bel suggerimento per un cenone di Natale o di Capodanno in giallo, che non significa ricco di zafferano o curcuma, ma rimanda alla moda di cene con delitto, in cui i commensali sono coinvolti in un fattaccio e collaborano a cercare di risolverlo trovando il colpevole. Qui il tutto avviene partecipando alla lettura dei racconti.
    Del resto sappiamo bene, a partire da Nero Wolf, come la tensione di un'indagine metta fame e quanto i vari investigatori siano amanti della buona cucina, dal Montalbano di Camilleri con la pasta incasciata e gli arancini da mangiare in silenzio a Pepe Carvalho di Montalban, gourmet che ama le Lumache con granceola quanto il paté di carni Morteruelo. Insomma il legame del giallo con la cucina fa spesso da contraltare e nota gustosa a freddi delitti. La novità ora è che in queste pagine gli assassinii avvengano proprio in cucina o siano strettamente legati alla creazione di un piatto particolare.
    Ne sono autori i nomi più di successo della scuderia Sellerio, tutti italiani tranne quello d'apertura, che vede le gemelle ispettrici Miralles, Berta e Marta, abituali protagoniste dei racconti di Alicia Giménez-Bartlett, le quali, dopo un anno di servizio alle spalle, vedono offrirsi dalla polizia spagnola la possibilità di frequentare corsi gratuiti di ogni tipo. Se Berta ne sceglie uno di inglese, Marta si mette alla prova con la cucina thailandese e tra gli ingredienti imprevisti ecco che si troverà costretta a indagare sulla scomparsa dell'antipatica compagna di corso Arcadia Lopez e smascherare chi l'ha uccisa per biechi motivi.
    Nella storia di Francesco Recami a sparire è invece un famoso chef chiamato a far da arbitro in un'eterna tenzone regionale tutta italiana tra diverse zuppe di pesce, ambientata con la consueta ironia e invenzioni comico-paradossali nella sua amata casa di ringhiera. Così se Margherita arriva con tanto bel pesce per il suo Brodetto romagnolo, quando Camilla le fa notare che però il caciucco della Versilia è tutt'altra cosa, naturalmente superiore: ''il cielo si scurì improvvisamente, si alzò un vento di burrasca e un fulmine cadde nelle vicinanze''. Toscano anche Marco Malvaldi con i suoi anziani detectives del BarLume, qui costretti a darsi da fare, finendo in tribunale, per il grave e saporito plagio della ricetta del Maiale con gli occhi a mandorla, piatto forte di un rinomato ristorante che ne rivendica paternità e esclusiva. Altro chef scomparso, di cui non si ritrova nemmeno il corpo, è quello che Alessandro Robecchi propone alla sua solita vivace coppia di Ghezzi e Carella e ambienta nel lussuoso ristorante Umiltà Luxory Experience. Un sous chef ammazzato a colpi di coltello nel parcheggio del ristorante di Màkari in cui lavora costringe a lavorare il Saverio Lamanna di Gaetano Savatteri, con accanto il solito Piccionello, tra petti di pollo alla piastra e olio e melanina di succulente melanzane alla parmigiana, per non dire del problema col cannolo dalla scorza croccante e la crema di ricotta. Siamo in Sicilia anche con la giornalista Viola di Simona Tanzini a un corso di cucina nel laboratorio delle sorelle Ciclamina e Rosa Antico, dove si svelano i segreti del Timballo di monsù ma anche si muore, uccisi, tra odori di latte di mandorla. Ambiente del tutto diverso quello in cui si muove Saverio La Marca, detective per diletto e per caso di Santo Piazzese, cercando di far luce su un delitto universitario con apparentemente al centro l'aglio cinese di uno gustoso e semplicissimo spaghetto che prima porta fuori strada poi tra le formule della chimica.
    La chiusura del volume spetta all'insopportabile e fascinoso Rocco Schiavone e al suo fiuto di poliziotto con un piatto destinato a uccidere ma, a sorpresa, la cuoca destinata a prepararlo. Si sospetta il marito, però Rocco sente che non c'entra nulla e va per la sua strada sollevando il velo su questioni più complicate e bieche di uomini poco inclini al bene, sino al finale saporito con la bella Melina, che unisce sesso e piaceri della tavola innaffiati con due bottiglie di Les Cretes e il semifreddo di Genepì per chiudere. (ANSA).
   

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