Cultura

Il polacco e la sua Beatrice di J. M. Coetzee

Storia d'amore, poesia e musica del premio Nobel

Il polacco e la sua Beatrice di J. M. Coetzee

Redazione Ansa

 J. M. COETZEE, IL POLACCO (EINAUDI, PAG. 117, EURO 17,00). Come Dante e Beatrice, Witold il pianista e Beatriz la signora borgese di Barcellona, una storia d'amore a distanza, inspiegabile, intellettualmente travolgente nella sua freddezza.  La racconta il premio Nobel J.M. Coetzee nel suo ultimo fulminante romanzo, appena tradotto per Einaudi da Maria Baiocchi. Un amore insensato come quello del poeta per la sua signora vista solo fugacemente e subito amata a distanza, che è portatore di infelicità e di arte. Qui c'è una donna, alla soglia dei cinquant'anni, affascinante e annoiata, con un marito e due figli, che vivono a distanza nelle loro realtà. Beatriz sembra aver anestetizzato i sentimenti e rimane travolta con la stessa freddezza a cui è abituata dall'amore immediato e ingiustificato del pianista polacco che dopo una sola cena in compagnia alla fine di un concerto da lei organizzato per beneficenza, decide che lei è l'amore della sua vita e da pianista si trasforma in poeta fino al destino tragico quanto misterioso a Varsavia. Witold Walczykiewicz suona i preludi di Chopin e per lui parla la musica dice. Ma Beatriz non sente l'anima in quelle note come non sente l'anima nella confessione con cui lui la travolge quando, senza averla mai neppure rivista le chiede di andare con lui, di seguirlo in Brasile nella sua tournee. Nonostante la sua apparente indifferenza la donna si innamorerà del suo amore e finirà con assecondarlo in minima parte per poi rifiutarlo e tornare alla sua vita ricca e noiosa.
    Ma Witold farà in modo di riportare la sua Beatriz al cuore del suo sentimento, lo farà attraverso i versi così come lo aveva fatto Dante Alighieri con la sua Beatrice perchè l'amore è qualcosa che trascende la realtà e la trasforma.
    Coetzee decide di affrontare in queste pagine che hanno come protagonista un classico della letteratura come la figura del pianista, il tema del tormento dell'arte che si sovrappone a quello amoroso, ma lo fa in un modo assolutamente originale come nel suo stile sempre freddo e rigoroso, quasi ironico. Il trascinamento romantico che è il filo conduttore del romanzo in realtà non è che la nota che rimane oscura in una descrizione della realtà come vista attraverso un filtro in cui il cuore rimane sullo sfondo. C'è la distanza geografica, lo sradicamento culturale, che l'autore ha vissuto nel suo lungo peregrinare, dalla Polonia in cui è nato all'Australia dove ha deciso di vivere, attraversando Sudafrica, Gran Bretagna e Stati Uniti.
    Non parlano la stessa lingua, comunicano in un inglese stentato, hanno vite e universi di riferimento culturale lontanissimi, lei non ha nemmeno mai letto Dante che lui cita continuamente e il suo Chopin è quello romantico non certo quello austero che lui interpreta. Witold cerca una sintesi nella poesia che però è in polacco e Beatriz teme di non aver capito nonostante insegua la traduzione. Ma senza capire rimane il vissuto e l'arte. Forse l'amore. (ANSA).
 

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