Cultura

"Com'è profondo il lago", Como diventa un noir

L'indagine grottesca e intricata del commissario comasco Molteni

Redazione Ansa

 MAURIZIO SANGALLI, "COM'È PROFONDO IL LAGO" (DOMINIONI, PP 320, EURO 20) "Il libro più letto è quello del soffitto" , quello che Gianni Molteni, il commissario che porta il nome e il cognome più comune a Como, impacciato e remissivo e allo stesso tempo acuto e disincantato, scruta ogni mattina alla ricerca di quella traccia mnestica che lavora nel suo inconscio. Prova così di mettere in fila quel groviglio di sensazioni, informazioni, immagini, prove e intuizioni su cui si arrovella, cercando di trovare quel filo che dia una soluzione alle sue indagini, poliziesche ed esistenziali.
    E' un "noir" l'esordio letterario di Maurizio Sangalli, autore, sceneggiatore e regista, con un passato da umorista nel milieu della comicità milanese.
    Teatro del suo "giallo" che scorre sul filo dell'umorismo nero e tragicomico è la citta lombarda con il suo lago.
    Una nuova vicenda porta scompiglio nella città in cui "non succede mai niente": sulla riva del lago, accanto al tempio Voltiano, vengono rinvenute delle ossa umane.
    Il commissario Molteni e il suo agente Frigerio, si mettono al lavoro per fare luce sul caso, che appare subito grottesco ed intricato, attraverso scheletri, in alcuni casi veri, chiusi negli armadi dei cittadini di Como e della sua provincia. Un universo fatto di una umanità tanto varia quanto inaspettata: famiglie angosciate, casalinghe depresse, artisti disperati, colleghi infidi e malfidati, volonterosi "umarell", che vivono questa terra di frontiera, percorsa più che dalle loro anime, dallo sfilare incessante di tutine di ciclisti.
    La loro indagine si muove lungo le sponde del lago e su per le sue montagne, tra piccoli borghi e case che custodiscono nella loro intimità i "disguidi esistenziali" di chi le abita.
    Il loro metodo investigativo è agli opposti e così male assortito come il loro approccio alla vita. Molteni è ossessionato dal particolare, conta ossessivamente i suoi passi, misura le distanze convinto di tenere così a bada una realtà sofferente e complessa. Ha ben chiara l'etica che lo conduce nella sua ricerca di verità, di una giustizia accettabile che passi attraverso sintonie nel dolore ma anche l'orrore per il ridicolo. Sapendo che "la tragedia greca è catartica, quella brianzola probabilmente no".
    Cerca di dare un senso alla sua missione aiutato da un vecchio insegnante, ritrovato quasi per caso, dotto e "sulfureo" nella sua tracimante simpatia.
    Il suo agente Frigerio è agli antipodi, con il suo fare sbrigativo, allegro, senza retropensieri. "Io conto gli scalini e lui arriva a casa e mi dice che il sesto è sconnesso. E io non lo vedevo perché contavo" ammette Molteni, così distante per indole dal fare diretto e che detesta, del suo aiutante.
    Insieme i due poliziotti si compensano e ci accompagnano dentro questo noir fatto di concatenazioni imprevedibili e riflessioni intelligenti, in un misto di comicità e tragedia, che ci conduce alla ricomposizione di vicende diverse che si intrecciano tra loro come per il fato. Un puzzle che una volta ultimato farà luce sui tanti misteri della vicenda e su quello più intimo del protagonista che finalmente riemergerà dalla profondità del suo inconscio.
    Oltre ad essere autore, regista e pubblicitario, Sangalli insegna scrittura creativa presso il Master Internazionale di Sceneggiatura e Produzione dell'Università Cattolica di Milano e lavora come autore per Rai, Mediaset, Disney, Amazon: ha firmato programmi come Striscia la Notizia, Paperissima, Zelig. Come sceneggiatore ha scritto sitcom, sketchcom e telefilm. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it