Cultura

Gualtieri e l'arte di dire la poesia

L'incanto fonico, un saggio in versi

Redazione Ansa

(di Elisabetta Stefanelli) (ANSA) - ROMA, 22 AGO - MARIANGELA GUALTIERI, 'L'INCANTO FONICO. L'arte di dire la poesia' (Einaudi, pag. 148, Euro 14,00).
    ''Ogni poesia implora un respiro che la dica''. Raccontare l'incanto di dire la poesia attraverso la poesia è l'impresa ardua a cui si è dedicata Mariangela Gualtieri, che certo non disdegna le imprese ardue se sono nel nome del diffondere versi come fa da anni, a teatro prima di tutto ma ovunque trovi ascolto. E' prima di tutto un atto rivoluzionario il suo, un gesto significante, perchè sostanzialmente ha scelto di cimentarsi in un saggio di poetica in versi. Perchè come spiega nell'introduzione de L'incanto fonico, ''ora che la lingua viene così mortificata, e le nostre vite sembrano sempre più ingabbiate, la poesia è senza dubbio la rivolta più alta, la migliore alleata, e ha bisogno di tutte le sue potenzialità''.
    E' indubbio del resto che la poesia a fronte di questo impoverimento del linguaggio travolto dalla velocità della comunicazione digitale, sta vivendo una stagione di rinascita di cui Gualtieri è una delle interpreti principali. Non meraviglia dunque che le sia venuto in mente di scrivere questo libro per mettere in versi l'arte della sua arte. ''So che questa mia impresa è quasi impossibile: fare intendere attraverso la parola scritta qualcosa che riguarda invece la vita del nostro orecchio - acustica, impalpabile, musicale''. A lei tocca dunque spiega che cosa significhi ''liberare nell'aria il verso'', che poi a suo avviso è ''un fare nell'ordine del poco e del niente, del quasi niente''. Ma in quel quasi niente c'è il senso di un'artista che ha alle spalle una vita di studio per fare sì che la parola scritta riesca a trasmettere nel suo diventare suono il massimo dell'intensità emotiva. Cosa mai esente da un valore politico. Parole suo o dei suoi autori preferiti che qui tornano: Paul Celan, Walter Benjamin, Rilke, Cristina Campo, Emily Dickinson, Elio Pagliarani, Vladimir Jankelevitch, Mandelstam. E prima ancora tutta la tradizione orale del dire in versi che siamo andati via via perdendo.
    ''Poesia è anche il silenzio che precede e che segue il verso, silenzio che precede e che segue ogni parola dentro il verso.
    Silenzio dentro ogni parola''. E' da quel silenzio che per lei nasce l'incanto, che sfrutta ''microfono, fili, casse acustiche da cui fuoriesce la voce. Amplificatore. Tecnologia sacra edifica architetture sonore. Magnifiche. Abbaglianti.
    Incantatorie'' per travolgere, definitivamente, chi è disposto all' ascolto. (ANSA).
   

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