Cultura

Il Monte Bianco, monumento e spia del clima

Dalle grandi esplorazioni al declino dei suoi 31 ghiacciai

Stefano Ardito, 'Monte Bianco' (Laterza)

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 20 GIU - STEFANO ARDITO, "MONTE BIANCO, IL GIGANTE DELLE ALPI", (LATERZA, PP. 304, 24 EURO)

Negli ultimi cinquant' anni i trentuno ghiacciai del versante italiano del Monte Bianco si sono ridotti del 10%. Il dato sale al 27% per l'intera Valle d'Aosta. Kieran Baxter e Alice Watterson, glaciologi dell'Università di Dundee in Scozia, rivelano che tra il 1840 e il 2005, sull'intero arco alpino, è scomparso il 75% del ghiaccio. Questa condizione sta contribuendo, da tempo, a ridurre in maniera drammatica la portata del Po e degli altri fiumi che scendono dalle Alpi. Il Monte Bianco, sul confine tra Italia, Francia e Svizzera, tocca i 4810 metri ed è la vetta più alta d'Europa. Una straordinaria palestra di sci, escursionismo e alpinismo, e un monumento naturale visitato e fotografato ogni anno da milioni di persone. Come tutte le grandi montagne della Terra, a iniziare dall'Everest, è anche una sentinella del clima. Un osservatorio sul cambiamento climatico.
    Nel libro 'Monte Bianco, il gigante delle Alpi' Stefano Ardito, giornalista e storico della montagna, racconta l'evoluzione dell'alpinismo dalla prima ascensione alla vetta nel 1786 fino ai giorni nostri, passando per le avventure e le parole di campioni come Walter Bonatti e Reinhold Messner.
    Ma la storia del massiccio non è fatta solo di scalate. Il libro racconta, come fanno i cronisti, la scoperta delle Alpi da parte dei viaggiatori del Grand Tour due secoli fa, l'attacco dell'Italia fascista alla Francia nel 1940 attraverso il Col de la Seigne ai piedi della montagna e la tecnologia che ha creato la Funivia dei ghiacciai e il Traforo. Che, nel 1965, ha trasformato la geografia dell'Europa.
    Non mancano episodi poco noti come la caduta, nel dopoguerra e a poca distanza dalla vetta, di due aerei di linea indiani, il lavoro degli osservatori scientifici oltre i 4000 metri di quota (dalla fisiologia all'astronomia), la diatriba sul confine tra Italia e Francia che rende una parte del Bianco ufficialmente "contesa" tra i due Stati. Altre pagine ci ricordano le prime Olimpiadi invernali disputate nel 1924 a Chamonix, e la nascita nel 1955 del Giro del Monte Bianco, il primo cammino internazionale d'Europa.
    Uno dei ghiacciai del Monte Bianco, quello di Planpincieux sul versante italiano, nel 2018 e nel 2019 ha rischiato di far precipitare in fondovalle una massa di ghiaccio grande come il Duomo di Milano. Due secoli fa la scrittrice inglese Mary Shelley aveva utilizzato i crepacci della Mer de Glace, il più vasto ghiacciaio del massiccio, per ambientare il suo Frankenstein. Oggi non potrebbe più farlo. Quelle onde di ghiaccio si sono sciolte da tempo, e al posto della poderosa colata di una volta scende una lastra sottile, e destinata a sparire. 
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it