Cultura

Modern western famigliare di Watson

Due famiglie in lotta per un bambino e vita di una bella coppia

La copertina di Uni di noi di Larry Watson

Redazione Ansa

LARRY WATSON, ''UNO DI NOI'' (MATTIOLI 1885, pp. 256 - 16,00 euro - Traduzione di Nicola Manuppelli). ''Chilometri e chilometri di frastagliate colline rosse e arancioni con improvvise gole e burroni dalle ombre profonde'' dopo un inizio, usciti da Dalton nel North Dakota, ''di aperta prateria, campagna dolce e ondulata dove file nere di alberi e arbusti uniscono una collina all'altra''. Sono questi paesaggi classici e cinematografici, assieme a personaggi sempre in movimento e forse per questo legati alle proprie radici, che fanno parlare oggi di neo-western, ovvero di una narrativa sullo sfondo di quei luoghi e spazi ma ambientata alla fine del Novecento o ai nostri giorni, come accade in questo romanzo di Larry Watson.
    Una narrativa americana ambientata in luoghi tradizionali e reali che portano con se gli echi di un'epopea il cui spirito è ancora vivo, così che Watson racconta di questo viaggio negli anni Cinquanta del Novecento di Margaret e di suo marito, l'ex sceriffo George Blackledge on the road verso Gladstone, nel Montana, e della sfida, della lotta e , se vogliamo, il duello per la ricerca e il possesso del nipote, Jimmie di quattro anni, figlio del loro figlio prematuramente scomparso che la sua vedova Lorna ha portato via con sé andando a vivere con un nuovo compagno, Donnie Weboy, bel ragazzo ma non proprio un bravuomo.
    Quindi un racconto di avventura e pathos, ma incentrato magistralmente sul rapporto tra Margaret, col suo senso di perdita e dolore per la lontanaza di questo nipotino che le manca e non vede crescere, tanto da decidere di andarselo a riprendere, e George che tentenna e quella sofferenza ha cercato di seppellirla e mettersela alle spalle, ma non può sicuramente lasciarla partire da sola. La scrittura sapiente di Watson ci fa scoprire così, grazie a gesti e attenzioni, a pensieri e silenzi, tra la sosta a un autogrill e la corsa in macchina, la grande complicità che fa vivere questo libro e la profondità del rapporto di questa coppia dopo anni e anni di matrimonio, nonostante le avversità della vita che hanno comunque dato loro una bella solidità e resistenza, che scopriremo nel proseguire della loro avventura, pur nella diversità di carattere e gli ovvii momenti di crisi.
    Una complicità che avrà appunto un valore nel momento che, arrivati a Gladston e trovata Lorna con Jmmie, i due scopriranno che l'impresa è tutt'altro che facile e si troveranno da affrontare non tanto la nuora, che è una brava ragazza ma è oramai parte, forse ostaggio, del suo nuovo compagno e tutti i Weboy, grande famiglia tenuta unita dal soffocante potere matriarcale di mamma Blache e che vive protetta e chiusa in un ranch fuori città. Questi non hanno nessuna intenzione di lasciarsi portar via il bambino e con i Blackledge la tensione non fa che crescere piano piano sino a momenti esplosivi e confronti di vera violenza, che legano il lettore al racconto sino alla fine. (ANSA).
   

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