Cultura

Mughini e il dizionario sentimentale

Torna al mosaico di delusioni, sconfitte e passioni di una vita

Redazione Ansa

GIAMPIERO MUGHINI, 'NUOVO DIZIONARIO SENTIMENTALE. DELUSIONI, SCONFITTE E PASSIONI DI UNA VITA' (MARSILIO, PAG. 282, EURO 18,00) - Un mosaico di tessere colorate per raccontare una vita ricca, articolata, complessa e solo apparentemente contraddittoria, piuttosto piena delle sfumature di un uomo mai banale. E' il Nuovo dizionario sentimentale, in cui Giampiero Mughini senza farsi sconti, mette sulla carta frammenti amorosi della sua esistenza, con commovente lucidità.
    Tutto inizia da un oggetto, che ovviamente ha un alto valore simbolico per un amante del design, quella macchina da scrivere del nonno, enorme, di cui bambino, come posseduto da un destino, batteva i tasti furiosamente. Destino non di giornalista però, perché con questo mestiere Mughini ha un rapporto amaro, come racconta in questo bel libro, nelle pagine dedicate alla delusione dell'addio a Panorama. Eppure alla sua felice penna e ancor più alla sua lingua tagliente da personaggio televisivo deve una fama che non gli rende giustizia.
    In queste pagine riccamente autobiografiche, Mughini ci porta nei suoi momenti più dolorosi, densi di straordinaria intelligenza come le pagine da antologia della visita a Marco Pannella nei suoi ultimi giorni di vita. L'amore mai ricambiato per una collega, morta prematuramente, il dolore per non aver assistito la madre come avrebbe voluto, la passione per i suoi cani, Bibi e Clint, e la paternità negata sopraffatta dall'immortalità nello sguardo dell'amico fedele.
    Ma l'uomo che ha saputo rompere senza indugi lo spartiacque netto tra destra e sinistra che ha segnato con la banalità la cultura italiana per un lungo tempo, è anche un raffinato collezionista librario, non nell'accezione negativa della volontà di possesso ma nella ricerca di opere di valore impresse sulla carta da cui estrarre il senso dell'esistenza e qui ne parla anche riportandoci ai suoi amati anni di vita parigina.
    Via dalla banalità con Mughini si va anche leggendo la meravigliosa intervista a Sciascia, tra i piccoli gioielli di queste pagine come la storia dei responsabili dell'attentato di Via Rasella o ancora il lungo saggio sulla formazione dello stato d'Israele che da solo vale un libro. Del calcio non si parla se non tangenzialmente, o almeno qui è narrata l'origine di quella passione prima trascurata per lo studio e per la condanna dell'intellettuale che pure era nato sportivo, atleta di ginnastica da ragazzo. Sport che gli ha insegnato il valore della sconfitta, qui mai occultata dietro maschere di autoreferenzialità, sbandierata con tutta la sua capacità di impreziosire la vita di chi, anche perdendo, ha capito quanto valeva. (ANSA).
   

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