Cultura

Raiz di Almamegretta, 20 racconti per Il bacio di Brianna

Il romanzo del frontman tra Napoli, Roma e Tel Aviv

Redazione Ansa

IL BACIO DI BRIANNA' (MONDADORI, PP. 144; €17,00) DI GENNARO DELLA VOLPE' 'C'e' qualcosa di innatamente sano che ti protegge dall'abisso'.
    Ammesso e non concesso che si concordi su cosa sia l'abisso, 'Il Bacio di Brianna' di Gennaro Della Volpe, in arte Raiz, frontman degli Almamegretta, racconta le occasioni capaci di far scattare quell'auto salvataggio. Nel libro - che sarà presentato dall'autore al Festival 'Ebraica' di Roma (13-17/06) il prossimo 16 giugno - Raiz tratteggia una serie di personaggi verosimili.
    Ed è proprio questa caratteristica a farne l'essenza di una realtà prorompente. Quasi tutti loro sono descritti alle prese con un momento che li può portare da una parte o dall'altra: spesso la migliore, qualche rara volta la peggiore. Sempre, tuttavia, più o meno consapevoli di aver giocato una carta decisiva per il futuro. Se le canzoni - in genere le più significative - sintetizzano sovente una storia, i 20 racconti del libro di Raiz sono brani d'autore allargati. Dipanano senza musica - se si vuole la si può liberamente immaginare - avventure dell'esistenza. C'è una sorta di senso didascalico nel libro di Raiz: ad insegnare non sono però gli uomini, quanto piuttosto le scelte che compiono o i pensieri che le hanno accompagnate. Sullo sfondo scorre la vita del cantante: "forse l'unico napoletano -come dice lui stesso - che si sente a casa in mezzo alla nebbia". Una vita geograficamente molteplice: Napoli, il nord d'Italia, Roma, Tel Aviv, Londra. A darle contenuto non è la migrazione - come nel racconto dedicato a Yusuf Diop classe 1990 arrivato dal Senegal in Italia in aereo - bensì lo scenario della nuova realtà. Questo sembra interessare di più a Raiz. Non basterà dunque a Yusuf del Senegal aver letto Frantz Fanon, Malcom X o le poesie di Leopold Senghor per evitare di diventare ciò che sarà: la sovrastruttura ideologica non regge né al potere nè all'amore. E viene da pensare se mentre scriveva di Yusuf, Raiz non abbia pensato al suo personaggio del film 'Ammore e malavita' dei Manetti Bros. del 2017. Il sentimento forte dell'odio non servirà neppure al palestinese Ahmed Khouri - 'membro della Resistenza' islamica in missione segreta nel detestato stato ebraico - per evitare di innamorarsi di Kuba, ufficiale israeliano della sicurezza. Né sarà sufficiente a Kuba - che da subito ha scoperto chi è veramente Ahmed - per decidere di ucciderlo. Per capire quanto siano connessi i destini di un palestinese e di un israeliano - o se si vuole di un arabo e di un ebreo - basterà leggere 'Noi' il racconto successivo. A chi scrive - come si presume all'autore - piace però la Brianna del titolo: un lampo di pagine dove il bacio tra due ragazzini scala il tempo e sfida la casistica. Quegli stessi adolescenti non si incontreranno più ma il bacio di un tempo - come racconta 'Passaporti' - volerà molti anni dopo di nuovo dall'uno all'altro. E solo uno dei due, nel più imprevedibile dei modi, tornerà ad esserne folgorato nel ricordo. Se Raiz confessa di sentirsi protetto a vita da un abbraccio indimenticabile del padre, allo stesso modo il suo libro preserva dall'indifferenza. (ANSA).
   

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