Cultura

Mazzoli-Menduni, sembrava influenza

Covid, media, economia, politica in un saggio che guarda lontano

La copertina del libro di Lella Mazzoli ed Enrico Menduni 'Sembrava solo un'influenza'

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 09 GEN - LELLA MAZZOLI ED ENRICO MENDUNI, 'SEMBRAVA SOLO UN'INFLUENZA. Scenari e conseguenze di un disastro annunciato' (FRANCO ANGELI, PP. 158, EURO 21,00). Con i contributi di Giandomenico Celata e Massimiliano Panarari

"Questo non è un libro sulla pandemia di Covid-19 che ci ha colpiti e da cui cerchiamo faticosamente di uscire. Esso intende piuttosto riflettere sulle novità che il Covid-19 ha introdotto nella nostra vita e che, probabilmente, non ci abbandoneranno per un lungo periodo, almeno per una generazione". Paragonabile ad una guerra mondiale, capace di stravolgere l'assetto del mondo intero e per diverse generazioni, la pandemia che ancora stiamo vivendo lascerà il mondo diverso in positivo e in negativo, anche nell'informazione che, in qualche modo, ne è stata al centro. Di tutto questo parla 'Sembrava solo un'influenza', il volume di Lella Mazzoli ed Enrico Menduni con i contributi di Giandomenico Celata e Massimiliano Panarari.

Guardando a quello che ci aspetta, per gli autori, "non tutto è perduto, ma dovremo lavorare sodo, come è avvenuto nel 1945 e negli anni successivi: quando si è compiuta la ricostruzione morale e materiale del Paese, in mezzo a contrasti sociali durissimi, fra ideologie opposte e nemiche, ma con una capacità straordinaria di lavorare insieme, di fare squadra, di valorizzare le differenze in una sintesi sociale condivisa e fondata sullo sviluppo per tutti".

Quello che è chiaro, come scrive Menduni, è che "è in atto una riconfigurazione dei rapporti sociali, di genere e intergenerazionali, che ha già la dimensione del conflitto, e che durerà molto a lungo". Il desiderio di tutti, sottolinea ancora Menduni, è "ripartire al più presto, ma non sappiamo bene per dove. Vorremmo tornare a fare dei viaggi, andare all'estero, circolare liberamente fra le frontiere; ma soprattutto vorremmo ripartire con la nostra vita sociale, la nostra attività creativa ed economica, i nostri sentimenti, le emozioni, i piaceri". Un ruolo fondamentale in tutto questo, spiega Lella Mazzoli, è quello dell'informazione: "Narrazione è la parola chiave. Non che il giornalismo e l'informazione non l'abbiano utilizzata prima. Certo che sì. Ma oggi si è costretti a rivederla, a fare attenzione alle esigenze di un pubblico diverso rispetto a quello di prima. Di prima del Covid-19, ovviamente. Costretti a rivedere le grammatiche e le sintassi della narrazione. A pensare a un'informazione macro, ma allo stesso tempo che si chiude intorno a un territorio di temi e di spazi sempre più piccoli. Il tema è quello che gira attorno alla pandemia e lo spazio è quello vicino a ognuno. Un territorio davvero personale. Intimo". Ed è andata a chiederlo a 14 giornalisti, per poi costruire un piccolo vademecum di questi giorni di cambiamento in cui ha messo insieme le opinioni di professionisti dell'informazione, direttori, opinionisti ma anche conduttori di talk show, influencer e youtuber.

Parla invece delle metamorfosi della scena politica nell'"era Covid" Massimiliano Panarari, del passaggio dal galateo delle raccomandazioni ad una applicazione dell'obbligo rigida, con la popolarità del presidente del Consiglio che cresce. Fino almeno a queste ore in cui continua ad aleggiare la crisi di governo e l'America brucia. Infine Giandomenico Celata parla delle conseguenze economiche del Covid-19 a chiudere una panoramica veramente interessante. 

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