Cultura

Sorprendente kaddish.com di Englander

Un rapporto padre figlio immerso nella ritualità ebraica

Redazione Ansa

NATHAN ENGLANDER, ''KADDISH.COM'' (EINAUDI, pp. 202 - 18,50 euro - Traduzione di Silvia Pareschi).
    Questo di Englander, tra i tantissimi libri di ebrei americani che ci portano all'interno della proprie comunità, regole e ossessioni, è il romanzo più ebraico di tutti, più basato sull'ortodossia e i suoi riti e fedi, e in questo senso il più sorprendente e rivelatore, mentre l'umorismo iniziale si va facendo più grottesco, ma solo apparentemente. Al fondo infatti c'è il senso vero di una fede e un rapporto irrisolto tra un padre che muore e un figlio che resta e che non trova pace finché non riesce a farci i conti. In più una serie di colpi di scena non fa che coinvolgere e incuriosire il lettore.
    Il Kaddish (Santificazione) è la preghiera per un defunto che un parente maschio stretto deve recitare otto volte al giorno per undici mesi in nome del morto alla presenza di un minian, un gruppo di almeno dieci maschi ebrei, se vuole salvarlo dai rigori del giudizio divino e fargli trovare un ''lichtige Gan Eden, un aldilà davvero radioso''. E' l'impegno che spetterebbe a Larry, alla morte del padre, come gli ricorda pressante la sorella Dina, durante la shivah, i primi giorni e cerimonie di lutto. Lei, severo membro della comunità ortodossa di ebrei di Memphis nel Tennessee, insiste, accusandolo di mentire quando promette che lo farà, che terrà fede al suo dovere filiale, sapendo che il fratello è un miscredente che vive a Brooklin fuori della legge di Dio.
    Larry infatti, dentro di sé, da buon scettico si chiede ''sinceramente, cosa cambia per il defunto, lassù in cielo, se lui recita o non recita la preghiera? Qualcuno pensa davvero che Dio se ne stia lì seduto con una scheda segnapunti a contare le benedizioni eseguite da Larry?''. Una situazione che si fa sempre più calda se non intervenisse Rabbi Rye, prima per convincerlo anche lui, poi dichiarando che in casi estremi si può trovare un shaliach mitvzah, un emissario, un delegato pio che reciti rigorosamente la preghiera al proprio posto, cui l'incarico deve esser trasmesso con un Kinyan, un vero e proprio passaggio formale di diritti e doveri. E allora ecco che il variegato mondo di internet offre a Larry il sito Kaddish.com con sede a Gerusalemme che fa fronte proprio a questa possibilità, trovando un sostituto a pagamento. Assoldato via Web un giovane studioso della Torah di nome Chemi, tutto appare felicemente risolto. Del resto il padre sul letto di morte gli aveva detto: ''Voglio tu sappia che per te, in questo mondo e nel prossimo, andrà tutto bene'' - aggiungendo - ''Fidati Larry, non ha importanza se non credi. Questo periodo della tua vita ti sembra eterno, ma se sei fortunato la vita è lunga, e un giorno questa eternità ti sembrerà effimera''.
    Le soluzioni semplici, che scaricano sul momento la coscienza, però non sono mai le migliori e Larry si troverà a fare i conti con quella sua leggerezza in un lungo, articolato, ansiogeno processo di maturazione, reso possibile dall'incontro e l'essersi messo accanto una amorevole moglie studiosa della Torah, che a un certo punto lo lascerà libero di recarsi a Gerusalemme con in mano una mappa che gli ha disegnato un ragazzino, Gavriel, discolo e santo assieme, che sa rivelare i segreti di Internet. Insomma, si va avanti tra sacro e profano, sorridendo anche di quel che a un certo punto forse si sospetta, divertiti ma anche presi dall'umanità delle sofferenze di Larry che si risolveranno con una sorta di totale ribaltamento finale.
    (ANSA).
   

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