Cultura

Le 50enni sull'onda dell'age-pride

Due autrici raccontano gioie e dolori delle 'perennials'

Redazione Ansa

MICHAELA K. BELLISARIO e CLAUDIA RABELLINO BECCE, "FELICI A 50 ANNI - E se fosse una golden age?" (MORELLINI, pp.156 - 14,90 euro).
    Splendide e fascinose 50enni. Libere di vivere la loro età con disinvoltura e naturalezza, incuranti delle regole imposte su look e linea. O donne invisibili, vittime, consapevoli o meno, dell'ageism, discriminate sulla base dell'età. Perfino una famosa popstar come Madonna ci deve fare i conti. Un dramma silenzioso di quante raggiungono il traguardo dei cinque decenni di vita. Perché se un uomo con l'età acquisisce fascino, per una donna le rughe sono un punto di caduta. Una discriminazione con la D maiuscola.
    A suggerire un efficace antidoto a questa sindrome-paradosso del terzo millennio è un brillante libro-manifesto, "Felici a 50 anni" di Michaela K. Bellisario, romana di nascita e milanese di adozione, giornalista di Io Donna, e Claudia Rabellino Becce, avvocata di origine ligure trapiantata a Cagliari dal 2003.
    Centocinquantasei pagine per rappresentare, senza nasconderne le ombre, il lato luminoso di questa età, con i suoi privilegi. In risposta a quanti vorrebbero mettere in panchina le over 49, le due autrici hanno stilato un prezioso manifesto in 16 punti.
    Ecco che i 50 diventano lo "zenith, "la stagione della consapevolezza", "una golden age", in cui si dà il meglio di se stesse, a prescindere dal metabolismo che rallenta o il girovita che si allarga. Le due autrici generosamente si raccontano e danno voce alle coetanee attraverso interviste e testimonianze di esperte, topmodel, influencer, imprenditrici, donne dello showbiz. I loro vissuti si intrecciano e sullo sfondo emerge un diritto per alcune acquisito per altre da conquistare: la libertà di scegliere, rimarcare la presenza nel mondo, dove sentirsi a proprio agio. Nature o ritoccate. Con le chiome tinte o grigie. Un guardaroba adeguato al proprio stile e non imposto e un vocabolario da svecchiare.
    Attempate, di mezza età, agée, sono obsoleti. E se gli Usa hanno coniato il più contemporaneo perennials, l'Italia non deve stare indietro. "Perché contro l'ageism dilagante ci proponiamo di svitare la vetrina delle ovvietà. Il nostro manifesto si propone in questo senso di ridefinire in chiave di empowerment questa fase della vita. Non vogliamo seguire copioni scritti da altri ma fare noi le nostre regole", spiega Michaela K.
    Bellisario. Rafforza il concetto Claudia Rabellino Becce: "Felici a 50 anni vuole essere proprio un movimento di rottura rispetto alle rappresentazioni sociali basate su pregiudizi e stereotipi che a questa età ci vorrebbero trasparenti, ininfluenti, fuori dai giochi".
    E dalle pagine emerge che c'è un fiorire di blog, film, letteratura, espressione di un "age-pride" che si fa sempre più strada per mandare in soffitta luoghi comuni, come "a 50 anni si è già in pensione dalla vita". Ma "chi lo ha detto che una donna ha una data di scadenza?", rimarca infatti Nicole Kidman, se a 50 Julia Roberts è stata eletta dalla rivista People la donna più bella del mondo, a 54 Michelle Obama ha scritto "il memoir più venduto di tutti i tempi" e Brigitte Macron è diventata la premiere dame. Risposte indirette alle provocatorie affermazioni del 50enne scrittore francese: "Sono incapace di amare le mie coetanee. Troppo vecchie". "Come se la vita fosse solo estetica - chiosa Michaela K. Bellisario - e tutto un patrimonio di ricchezza, bellezza, grazia, esperienza, cultura, fascino, evoluzione, fosse liquidato con l'insorgere di due rughe".
    Pagina 143, regola numero 12: "Dai valore alla complicità femminile, sii la tua migliore amica". Sottotesto: "Non delegare a un uomo la propria autostima". Perché compiere 50 anni non è una malattia o un problema, l'ageism sì. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it