Cultura

La vendetta secondo Matsumoto Seichō

Adelphi pubblica La ragazza del Kyūshū, gelido noir del 1961

Redazione Ansa

- Matsumoto Seicho, La ragazza del Kyushu (Adelphi, pp. 208, 18 Euro). È una Tokyo spesso nebbiosa, apparentemente ostile, indifferente al dolore nel suo continuo via vai di persone e automobili o nella solitudine oscura della sua notte, a fare da sfondo a "La ragazza del Kyushu" di Matsumoto Seicho, noir apparso per la prima volta nel 1961, che ora Adelphi propone al pubblico italiano con la traduzione di Gala Maria Follaco. Un romanzo gelido, con un'elegante scrittura che non tradisce emozioni ma che riesce a portare sulla pagina le ombre e le luci dell'animo umano, in cui il grande scrittore e giornalista giapponese (di cui Adelphi nel 2018 ha pubblicato anche "Tokyo Express") racconta una storia pensata fin nei minimi particolari, regalando al tempo stesso una fotografia rivelatrice di certi meccanismi della società del Giappone di quegli anni.
    Al centro della trama c'è Kiriko, ventenne timida e inesperta che in un mattino di primavera giunge piena di speranze a Tokyo dal lontano Kyushu per incontrare un famoso avvocato penalista: a lui vuole affidare il caso di suo fratello, ingiustamente accusato dell'omicidio di una anziana usuraia. Nonostante le preghiere della giovane, l'avvocato però si mostra privo di interesse e rifiuta di lavorare al caso, anche per via dell'impossibilità di Kiriko di pagare la sua onerosa parcella.
    Quando il fratello della ragazza sarà condannato e morirà in carcere qualche mese dopo, Kiriko inizierà a meditare la sua implacabile e crudele vendetta, senza fermarsi davanti a niente.
    In modo inesorabile, con la capacità analitica che lo contraddistingue, l'autore costruisce la sua accuratissima indagine: lo fa senza fretta, in modo lento e meticoloso, reiterando spesso alcuni passaggi (nel libro anche alcune immagini che spiegano i dettagli più tecnici del delitto) con l'obiettivo di fissarli nella mente del lettore per renderlo in questo modo parte del lungo processo di acquisizione della verità, come se fosse un investigatore. Ciò che più colpisce però, accanto all'attualità che ogni libro - anche datato come questo - conserva quando è credibile nella trama e nei personaggi, è la capacità di Matsumoto di creare tensione mentre prepara per la sua protagonista il momento dell'agognata e crudele vendetta, vera regina del romanzo. Ed è proprio attraverso la vendetta, tra colpe, rimpianti e rimorsi, che l'autore chiama in causa l'altro grande tema che sottende il romanzo, la giustizia e il suo trovarsi spesso lontano da chi è socialmente più debole.
   

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