Cultura

Pineiro, il mio noir e la politica

La scrittrice argentina a Torino con 'Le maledizioni'

La copertina del libro di Claudia Pineiro 'Le maledizioni'

Redazione Ansa

(ANSA) - TORINO, 11 MAG - CLAUDIA PINEIRO, 'LE MALEDIZIONI' (FELTRINELLI, PP. 336, EURO 17.00) Noir e denuncia sociale vanno quasi naturalmente a braccetto nei libri di Claudia Pineiro, ma nel nuovo libro della scrittrice argentina, 'Le maledizioni' (Feltrinelli), entra un nuovo scenario, quello politico e scombina le carte.

"Questo romanzo sovverte la domanda classica davanti a un omicidio: non ci si chiede più chi è l'assassino e perché ha compiuto questo gesto, ma quanto mi serve o non mi serve questo delitto?" dice all'ANSA la Pineiro al Salone del Libro di Torino. Ne 'Le maledizioni' c'è un morto e appare fin dalle prime pagine: è Lucrecia, la moglie del potente imprenditore e manipolatore, fondatore del nuovo partito Pragma. "Ma cosa fa la politica con i morti? Si chiede se sono utili o no. In alcuni casi si cerca di coprire tutto, si trova un colpevole, chiunque sia, e non si parla più di quel fatto. In altri, come accade nel romanzo, il fondatore di Pragma valuta quanto consenso popolare gli possa portare fare la parte del vedovo addolorato, sconvolto dalla morte della moglie e se gli conviene dissotterra il morto" racconta la scrittrice che è nata e vive a Buenos Aires, autrice di libri come 'Betibù', 'La crepa' e 'Un comunista in mutande', che nel 2019 si è aggiudicata il Premio Pepe Carvalho per gli scrittori di polizieschi. "C'è un tipo di romanzo giallo più classico dove non ci sono apparentemente relazioni con i fatti reali. Se prendiamo i romanzi di Agatha Christie, sicuramente troviamo dei riferimenti alla realtà che noi ora non riusciamo più a cogliere. E c'è un romanzo molto bello di Horace McCoy, 'Non si uccidono così anche i cavalli?', che parla di una gara di ballo che dura 24 ore e le persone che danzano ininterrottamente mano a mano svengono. Non è una cosa inventata, all'epoca negli Stati Uniti esistevano competizioni di questo tipo e McCoy le ha denunciate". Per la scrittrice "il collegamento tra noir e denuncia sociale è qualcosa di naturale, anche perché in America Latina i fatti di violenza, di corruzione sono comunque mescolati, fortemente legati alle componenti sociali della società. La particolarità di questo romanzo è proprio che si concentra sulla politica". E dei meccanismi politici è vittima il giovane protagonista Roman Sabaté che non ha particolari aspirazioni: a lui pare accada tutto per caso, compresa l'assunzione e la carriera nella nuova Pragma, finché non capirà di essere una marionetta e si confronterà con le proprie maledizioni, che ignorava e che invece "ogni uomo e donna si portano appresso". 

"Nel libro le maledizioni vengono affrontate da diversi punti di vista, ci sono quelle storiche e quelle più generali che ci opprimono tutti noi. Ognuno le gestisce come meglio può e gli da un significato diverso. Roman all'inizio è ingenuo, inconsapevole, poi si rende conto che non accade tutto per caso e che forse qualcuno sta cercando di tirare le fila degli eventi. In Argentina e Italia ci sorprendiamo quotidianamente di quello che accade nel mondo politico, un po' come il mio protagonista. E succedono cose sempre più assurde, tanto che non so più cosa inventarmi nei miei romanzi. Ma nel libro il percorso di una persona ingenua diventa poi qualcos'altro. Roman alla fine non sarà più lo stesso" spiega la Pineiro che è in terapia psicanalitica da 30 anni. "La psicanalisi in Argentina, in particolare a Buenos Aires, è molto diffusa. Io sono in terapia da 30 anni, sono passata attraverso tutte le correnti e a volte mi chiedo 'forse non sarebbe meglio non farsi tutte queste domande? Ho un po' di invidia verso chi non se le fa e non si chiede quale sia la sua maledizione" racconta.

La scrittrice prende anche posizione sull'esclusione dell'editore Altaforte dagli stand del Lingotto. "E' giusto che Altaforte non abbia potuto avere il suo stand al Salone del Libro di Torino. Una cosa è la libertà di espressione, un'altra è fare affermazioni che sono contro l'etica o contro un consenso diffuso. Se alla Buchmesse di Francoforte qualcuno urlasse 'Viva Hitler' sarebbe espulso dalla fiera, o se qualcuno affermasse 'Viva la pedofilia' sarebbe fuori. In Italia penso ci sia un consenso diffuso sul rifiuto del fascismo e dobbiamo continuare a lottare perché questo consenso venga preservato e sia una leva necessaria per non permettere certi atti".

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