Cultura

Nigro e la funesta docilità manzoniana

Quasi un'indagine morale gialla sull'autore dei 'Promessi sposi'

Nigro e la Funesta docilità manzoniana

Redazione Ansa

    SALVATORE SILVANO NIGRO, 'LA FUNESTA DOCILITA'' (SELLERIO, pp. 214 - 15,00 euro).
    Ad aprile del 1814 a Milano il conte Giuseppe Prina, ministro delle Finanze del Regno d'Italia napoleonico, assai odiato per avere imposto sempre maggiori tasse per finanziare le guerre dell'imperatore francese, durante il saccheggio del suo palazzo da parte di una folla inferocita fu trovato nascosto in un armadio, preso di peso, gettato dalla finestra e linciato. E' l'episodio da cui pare sia nato l'assalto i forni nei 'Promessi sposi' cui prende parte anche Renzo Tramaglino, coinvolto e convinto delle ragioni del popolo che irrompe nell'abitazione del Vicario di Provvisione ma solo sino a quando, vedendone le intenzioni assassine della folla, all'improvviso ritrova lucidità e si adopera a cercar di salvare la povera vittima. Si riscuote insomma da quella "funesta docilità degli animi appassionati all'affermare appassionato di molti", quel trovarsi condiscendente allo spirito e sentimenti della maggioranza, che Manzoni gli attribuisce, rammentando la propria nel caso tragico di Prina.
    Ed è questa "funesta docilità" dello scrittore a intrigare Nigro, fine critico, docente di letteratura italiana in Italia e all'estero, cultore di Manzoni, sulla scia della curiosità analoga che già ebbe Leonardo Sciascia legata all'affermazione "Vedete bene che il popolo è dovunque buona giuria ma cattivo tribunale". Nasce allora questo libro, "dialogo impossibile, ripresa di dialogo con i maestri che tanto mi mancano", a cominciare da Elvira Sellerio, come annota Nigro, che è racconto quasi romanzo con una sua vena gialla, inquisizione morale e saggio letterario che vede prendervi parte le voci, oltre che di Sciascia, di Mario Pomilio o Natalia Ginzburg cercando di indagare i veri sentimenti del Manzoni, di scoprirne tra pieghe delle sue opere, fra le righe, una qualche nota di rimorso, di pentimento per quel momento di debolezza in un frangente dagli esiti tanto tragici. La soluzione alla fine c'è, ma la sorpresa sta altrove, ovvero nelle illustrazioni per l'edizione definitiva 1840 dei 'Promessi sposi' controllate, discusse e corrette dallo stesso scrittore col pittore Francesco Gonin. ma non basta, Nigro collega a quelle moderne, volute da Giulio Einaudi per una edizione 1960 del libro con prefazione di Calvino, di Renato Guttuso, Mimmo Paladino o Bruno Caruso, che suscitò discussioni a contrasto sulla attualità reazionaria del romanzo di Moravia, Gadda e altri. (ANSA).
   

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