Cultura

Marcoaldi e la sua idea di letteratura

Da Musil a Caproni e Szymborska, dieci scrittori per amici

Redazione Ansa

 (ANSA) - ROMA, 7 AGO - FRANCO MARCOALDI, UNA CERTA IDEA DI LETTERATURA (DONZELLI, PP 180, EURO 18,00). Un "esercizio di ammirazione", una forma speciale di gratitudine verso i suoi "amici dell'anima", da Robert Musil a Giorgio Caproni e Wislawa Szymborska. Li immagina così Franco Marcoaldi i dieci scrittori ai quali ha dedicato 'Una certa idea di letteratura' in cui ci restituisce un'atmosfera che non si respira più. "Oggi il rischio, per dirla con Ovidio, è di morire 'di sete affogando nell'acqua'. Perché, nella distrazione perenne e inutilmente chiassosa in cui ci troviamo immersi, lo spazio vuoto delle domande ultime non solo rimane, ma cresce" spiega nella premessa il poeta-scrittore.
    Il libro, pubblicato nelle Saggine Donzelli, diventa un viaggio letterario attraverso dieci grandi figure del Novecento incontrate di persona o sulla pagina. Ed è anche un modo per riavvicinarsi, ritrovare o scoprire poeti e scrittori come Italo Svevo, Andrea Zanzotto, Bohumil Hrabal, Elias Canetti, Iosif Brodskij, Miguel de Unamuno e Luigi Meneghello. E, per quanto diversi fra loro, a Marcoaldi piace immaginare i suoi eroi riuniti "al desco di un'inedita, sacra conversazione". E subito si capisce che quelli di Marcoaldi non sono saggi critici ma "ritratti quanto mai personali e idiosincratici, volti a trovare in un'opera, in un autore, qualche varco alle mie domande" come spiega l'autore.
    Ecco così Italo Svevo, l'autore de 'La Coscienza di Zeno', distante come pochi altri dalla figura dello scrittore professionista, dimenticare "insicurezze, incertezze, dubbi amletici" quando prende la penna in mano. Mentre di Andrea Zanzotto, con il quale Marcoaldi ha passato tanti pomeriggi nella dimora del poeta a Pieve di Soligo, ci viene restituito lo "sguardo stereoscopico". Prezioso il ritratto del Nobel Wislawa Szymborska, autrice di una "'poesia per tutti', segnata da un'adorabile tonalità 'in minore', da una parsimoniosa e onesta intensità, da un innato sense of humor". E poi il poeta russo Brodskij, incontrato a Milano e Venezia, con cui non è "scattato il clic" che avrebbe permesso un confronto più approfondito, che ci ha fatto capire come il tesoro più grande di cui disponiamo sia la nostra libertà interiore. A chiudere questi incontri con gli amici dell'anima sono le pagine dedicate a Luigi Meneghello intento a lavorare da solo al tornio delle parole, per compiere il suo piccolo "capolavoro". "Non sempre e non tutti sono stati baciati allo stesso modo dalla fortuna, ma nel loro tempo hanno tutti saputo coltivare e difendere la libertà del proprio spazio d'azione" dice Marcoaldi. L'idea è quella di una letteratura "vissuta come costante spinta alla metamorfosi e alla trasfigurazione. Come desiderio e pratica all'Aperto" ed è questo l'invito di Marcoaldi.
   

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