Cultura

Lungo i secoli, C'era una volta Roma

Santonastaso e Spinelli tra persone e luoghi spariti della città

Redazione Ansa

(di Marzia Apice) (ANSA) - ROMA, 21 APR - PIERO SANTONASTASO, ALESSANDRA SPINELLI, C'ERA UNA VOLTA ROMA. UN VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEI LUOGHI SPARITI DELLA CITTA' ETERNA (Newton Compton, pp. 320, 12 Euro). Sembra davvero di indossare un paio di Google glass, gli occhiali futuristici che fanno vedere il mondo con la realtà aumentata, mentre si legge C'era una volta Roma (Newton Compton), il libro scritto a quattro mani dai giornalisti Piero Santonastaso e Alessandra Spinelli per raccontare curiosità, personaggi e luoghi spariti della Capitale. Quasi una lettura "tecnologica" quindi, e il motivo è che il libro snocciola una sorpresa dopo l'altra, aprendo "finestre" dalle quali soffermarsi a osservare: i due autori infatti hanno costruito, in quello che definiscono un "bungee jumping" nella Storia, una rete fittissima di riferimenti che corrono veloci lungo i secoli, restituendo al lettore il sapore di un'epoca o il fascino di un carattere, senza dimenticare il presente. Sono davvero tante le cose che il libro permette di scoprire: dalla vita della carismatica e ribelle Margherita d'Austria, la "figlia naturale di una passione di Carlo V" a cui si riferisce il titolo di Madama legato a tanti posti di Roma (Piazza Madama, Palazzo Madama, Castel Madama e Macchia Madama), all'Asylum del Campidoglio, un luogo riservato all'accoglienza degli stranieri, dove chiunque, anche "i proscritti, i bisognosi, i lestofanti" poteva sentirsi sicuro e trovare rifugio; e poi le terribili alluvioni che spesso hanno colpito Roma con conseguenze catastrofiche e dovute, secondo Plinio il Vecchio, alla "scarsa religiosità dei Romani"; fino alla storia dei primi caffè, come il Caffè Greco, dove inventarono la tazzina o il Caffé Colonna, il primo a impiegare le "chellerine", ovvero le cantiniere (dal tedesco Kellerin), o delle tante osterie sparse in città, come la Gensola in Trastevere ritratta nell'800 dai pittori Ditlev Blunck, Wilhelm Marstrand e Carl Bloch. Se il titolo del libro evoca una favola, il contenuto invece è molto concreto e ancorato saldamente alla realtà di una città che da quel fatidico 21 aprile del 753 a.C., anno della sua fondazione, ha cambiato il proprio volto tantissime volte nel corso dei secoli, pur conservando sempre intatte bellezza e vitalità. Anche i più fervidi appassionati di Roma, quelli con la mania della storia e della toponomastica, saranno messi alla prova da queste pagine fittissime di informazioni, aneddoti, spunti originali. Nessun timore di difficoltà però, perché pur essendo denso di dettagli, il volume è alleggerito da uno stile brillante e godibile: una lettura resa agevole da capitoli snelli inseriti in cinque sezioni che rimandano ai quattro elementi naturali, aria, acqua, terra e fuoco, a cui si aggiunge la prima sezione, relativa alla gente.(ANSA).
   

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