(ANSA) - ROMA, 6 APR - ROBERT HARRIS, 'MONACO' (MONDADORI, pp. 298 - 20,00 euro - traduzione di Annamaria Raffo).
Un saggio storico in forma di romanzo con cui Robert Harris spiga di aver voluto ricostruire la verità sul patto di Monaco che nel settembre 1938 autorizzò Hitler ad annettersi la zona dei Sudeti della Cecoslovacchia a prevalente lingua tedesca, ''ribaltando l'immagine che si ha del primo ministro inglese Neville Chamberlain come pavido e rinunciatario, quando, da vero leader politico con una visione razionale e sapendo sacrificare il minimo necessario, salvò l'Europa da un destino assai peggiore di quello che l'aspettava, tanto che Hitler sino al 1943 e al 1945 continuava a ripetere che quell'accordo fu una sconfitta per la Germania, che avrebbe dovuto entrare in guerra subito in quel momento''.
Harris, giornalista, storico (contrario alla Brexit), scrittore di best seller come 'Fatherland' in cui racconta di un Europa in cui la guerra è stata vinta dalla Germania nazista, e ama quindi immaginarsi come le cose avrebbero potuto andare diversamente, racconta che altrimenti ''Hitler avrebbe invaso la Cecoslovacchia in una settimana con 40 divisioni, quindi trenta le avrebbe mandate ad ovest ad attaccare la Francia, mentre la Polonia si sarebbe alleata con la Germania avendo anche lei mire su una parte della Cecoslovacchia e a questo punto tutto sarebbe precipitato, con un Inghilterra non pronta alla guerra e America e Australia lontane dall'intervenire''.
I Sudeti, insomma, ''sono stati il prezzo da pagare per dare tempo a Chamberlain di riarmare il suo paese (per un anno spese oltre metà degli introiti statali solo per questo e autorizzò il progetto degli Spitfire) e prepararlo alla battaglia d'Inghilterra, sperando non fosse necessaria ma sapendo in cuor suo quanto fosse possibile''. Il non rispetto del patto e dell'impegno di risolvere ogni ulteriore questione pacificamente da parte di Hitler ne rivelò chiaramente al mondo la vera natura e il pericolo perchè, sottolinea Harris, ancora era visto in modo diverso: ''Non bisogna mai dimenticare di inserire le cose nel contesto del loro tempo: 'dovremmo essere sempre consapevoli che ciò che ora ci appare al passato un tempo era al futuro', secondo le parole dello storico Maitland che ho messe ad epigrafe del libro''. In questo senso dice che bisogna anche tener conto che non erano passati nemmeno 20 anni dalla fine della prima guerra mondiale in cui gli inglesi avevano perso un milione di uomini e se Chamberlain non avesse portato il paese davanti all'evidenza della pericolosità della Germania nazista e non avesse dato massima pubblicità al patto di Monaco, perchè anche il resto del mondo capisse poi come stavano le cose, quasi sicuramente non si sarebbe potuto sfidare Hitler come si è fatto e con l'appoggio di Usa, Canada e Australia. Il libro nasce da un documentario che lo scrittore realizzò per la Bbc su Chamberlain e Monaco nel 1988 e su cui ha riflettuto per trent'anni prima di trovare il modo giusto per costruirvi una storia vera in forma di romanzo, aggiungendo praticamente solo due personaggi, due alti funzionari diplomatici, Hugh Legat inglese e Paul von Hartmann tedesco, che si ritrovano ai due lati del tavolo dopo essere stati studenti assieme a Oxford. ''Non ho però voluto dare loro troppo rilievo perché non riducessero gli altri personaggi storici troppo in secondo piano, che volevo invece mettere ben in luce indagandone le personalità. Chiosa che è stata facile con Chamberlain e difficile con Hitler, che ho sentito come mettere a fuoco nel modo giusto solo dopo aver visitato a Monaco il suo appartamento rimasto eguale anche se oggi è un commissariato di polizia. I luoghi conservano sempre qualcosa di quel che sono stati e di chi li ha abitati e per me è sempre stato essenziale andare a visitare i posti in cui si ambientano le mie storie''.
Comunque sono i due personaggi inventati che danno profondità di analisi al racconto e ai fatti veri, perchè dovranno capire, quando si è messi alle strette e il rischio è troppo alto, chi tradire: gli amici, la tua famiglia, il tuo paese o la tua coscienza?
Harris, Monaco e il patto che salvò l'Europa
Autore di 'Fatherland' racconta Chamberlain e Hitler nel 1938