Cultura

Francesca Genti, la poesia va sui social

Nuovo libro 'Anche la sofferenza ha la sua data di scadenza'

Redazione Ansa

FRANCESCA GENTI ANCHE LA SOFFERENZA HA LA SUA DATA DI SCADENZA (HARPERCOLLINS 192 PP 15,00 EURO) La poesia torna a far parlare di se' e a conquistare pubblico, soprattutto sui social.
    Almeno stando a quanto afferma Francesca Genti, poetessa di origini torinesi, che da tanti anni vive a Milano, della quale è appena uscita per HarperCollins la raccolta 'Anche la sofferenza ha una sua data di scadenza', oltre a un saggio 'La poesia è un unicorno' (Mondadori), dedicato proprio a questo tema. "Della poesia si ha un po' paura, si pensa che sia difficile. E' più vicina alla musica, non devi capirla, devi sentirla senza avere l'ansia di comprendere tutto. Oggi chiunque esprime giudizi su qualsiasi cosa, ma della poesia si dice: 'non la capisco'.
    Bisogna togliere questo timore reverenziale" dice all'ANSA la Genti, oggi a Libri Come, la Festa del Libro e della Lettura all'Auditorium Parco della Musica di Roma. E sembra che in effetti la poesia stia scendendo dalla Torre d'Avorio in cui è stata messa. "Sui social va forte. C'e' un genere di poeti- - spiega - Instant Poetry su Instagram. C'e' molta condivisione di poesia sui social network. E va bene anche la poesia orale. Ci sono molti reading anche se restano underground, ed è giusto sia così." 'Anche la sofferenza ha la sua data di scadenza' raccoglie il best off della Genti, che scrive poesie da 20 anni, e alcuni inediti divisi per sezioni da 'Bolle di sapone' per l'infanzia alle Preghiere che sono "una forma di poesia corale, collettiva. E' un io che cresce e si espande" racconta la Genti.
    La sua 'Ave Maria' è una preghiera laica che gli è venuta in mente girando per Milano. Così come 'In questo oscuro andare nella notte'. "Spesso le poesie le scrivo girando per la città.
    Mi faccio molto colpire dalle cose che vedo. Se sto seduta al tavolo non trovo ispirazione" sottolinea. E c'è anche molta ironia nelle sue poesie come si vede dal titolo della raccolta.
    "E' un registro che uso e amo in tutti i poeti" spiega la Genti, 43 anni, che ha fatto la paroliera per i Baustelle (ho scritto - dice - la canzone Dark Room per l'album Amen) e ha una piccola casa editrice, 'Sartoria Utopia', dove confeziona a mano tirature limitate. "Bisogna far capire che la poesia non è separata dalla vita. Serve per protestare, può stare infatti in uno striscione, o per divertire un bambino, come accade con le filastrocche. Il suono arriva prima del significato e lo dimostra il fatto che le poesie le ricordi a memoria, passano per l'orecchio" spiega la Genti che usa la forma chiusa: sonetti, ballate, preghiere, oppure il verso libero e mescola registri diversi. Se la poesia è rimasta un po' in disparte è anche, secondo l'autrice, un po' colpa dei poeti, alcune volte.
    "Il poeta Vate è una cosa del Novecento. Oggi la poesia bisogna farla camminare con noi"

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