Cultura

La gioia tra Roma-Tokyo di Imai Messina

La scrittrice in Italia con il suo nuovo romanzo

Redazione Ansa

Svolta su viale del Batticuore, si avvia in vicolo del Burro da Comprare e si rifugia in via della Fuga dal Padre. Hanno il nome dei pensieri e dei sentimenti le strade che Clara, sposata a un uomo che non ama, percorre in 'Non oso dire la gioia', il nuovo romanzo di Laura Imai Messina che l'8 marzo sarà a 'Tempo di Libri' a Milano e il 17 marzo a 'Libri Come' a Roma.
    L'autrice di 'Tokyo orizzontale', 37 anni, che nel 2011 ha creato il blog e la pagina Facebook 'Giappone Mon Amour' con finora più di 100.000 iscritti, diventando un punto di riferimento per gli appassionati del Sol Levante, nel suo nuovo libro, pubblicato da Piemme, ambientato tra Roma e Tokyo, ci mostra come la mancanza o l'eccesso d'amore possano cambiare le nostre vite. Ci fa vedere come i luoghi possano esistere "soltanto in certe ore" e come Occidente e Oriente, o meglio cultura italiana e giapponese, possano dialogare aggiungendo qualcosa al nostro sguardo, ma senza modificarsi.
    Nel romanzo l'amore è quello passionale, quello fra amici ma soprattutto quello della maternità. "L'amore è una prova" dice all'ANSA la scrittrice di origine romana, che a 23 anni, dopo la laurea in lettere, si è trasferita a Tokyo, dove vive con il marito giapponese e i suoi bambini e dove insegna italiano all'Università.
    Clara cerca di dare un senso alla sua vita e al suo matrimonio inseguendo la maternità, anche compiendo un gesto atroce. L'arrivo di un figlio travolge anche la vita di Momoko, interprete arrivata in Italia dal Giappone che porta gioia nella vita di Marcel, un uomo che soffre il vuoto di un padre mai conosciuto, è soffocato dalla possessività della madre e del suo amico di sempre Jean. Tutti hanno alle spalle un passato difficile e segreti dolorosi. "Momoko riesce a far scoprire a Marcel chi è, quale sia il suo valore. Per Clara la maternità è una salvezza. Lei cerca di essere una buona madre ma non ci riesce veramente perchè non è stata amata" racconta Laura Imai Messina, al suo arrivo a Roma. "La gioia - sottolinea - è più realistica della felicità e non arriva mai nel modo in cui ce la aspettiamo. E' un piccolo fuoco d'artificio, però è bellissimo. Una serie di piccole gioie possono essere la felicità". Ed è inevitabile che in chi non la vive scateni invidie e odio, come succede alle persone che ruotano attorno a Momoko e Marcel.
    Con uno stile e uno sguardo molto personale ed interiore, dove i dettagli hanno un valore fondamentale, Laura Imai Messina ci mostra anche quella che lei definisce "la trasparenza di Tokyo con le sue vetrate che fanno vedere le attività che ognuno svolge, ma non ci sono intromissioni" dice l'autrice. "Tokyo non ha nomi propri per la maggior parte delle vie, è tutto numerico, tipo 'città nord, distretto numero xy'. I nomi identificano i palazzi perchè ci sono le sedi delle società. Il fatto che non ci sia una toponomastica precisa mi ha influenzato moltissimo in 'Non oso dire la gioia' dove i luoghi sono legati a delle esperienze e le strade hanno i nomi di quello che stai pensando" sottolinea. Nel suo primo libro Tokyo era addirittura una persona, aveva la febbre. In questo secondo romanzo, dove è riservato più spazio all'Italia, si sente però l'essenza della cultura del Sol Levante. "Mi ha sicuramente influenzato il fatto che a Tokyo ci sia uno strano rapporto tra privato e pubblico. Si parla, anche tra amici, ma non ci si dice nulla. Si pensa sempre di disturbare, si condivide il positivo, mai il negativo". E' quello che si chiama "leggere l'aria", cioè comprendere il non detto.(ANSA).
   

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