Cultura

Il club dei bugiardi di Mary Karr

Esce in Italia memoir su violenza domestica e sessuale

Redazione Ansa

 MARY KARR, IL CLUB DEI BUGIARDI (EDIZIONI E/O, PP 425, EURO 19). Incendi, sparatorie, esaurimenti nervosi, fughe, ritorni, violenza sessuale, sette matrimoni. Si può sopravvivere a una famiglia disperata, a una madre alcolizzata, instabile e con la passione per le armi da fuoco, "Nervosa" come veniva definita nel Texas Orientale, a un padre che non esita anche lui ad alzare il gomito e alle violenze di un'infanzia a dir poco difficile? Mary Karr ci è riuscita e lo racconta nel suo famoso memoir 'Il club dei bugiardi' che esce ora in Italia per le edizioni e/o nella traduzione di Claudia Lionetti. Bambina "gracile e pensierosa", nata nel 1955 a Groves e cresciuta a Leechfield, nel Texas Orientale, una "delle cittadine più brutte d'America", Mary a cinque anni deve occuparsi delle sbronze della mamma Charlie-Marie, che lavora al giornale locale, e delle liti furiose con il padre, un mezzo nativo americano, operaio in un'industria petrolifera, che sfociano in violenza domestica con l'arrivo della polizia. Unica alleata la sorella maggiore Lecia dall'indole però anaffettiva. "Una volta ho sentito papà svegliarsi imprecando perché, a quanto pareva, mamma gli aveva versato addosso un bicchiere di vodka, scappando poi di corsa verso la porta sul retro. Ci catapultammo in cucina giusto in tempo per vedere che l'aveva trascinata al lavello, dove riempì tre bicchieri d'acqua svuotandoglieli uno dopo l'altro sulla testa. Strano ma vero, fu una delle rare serate che si concluse con una sonora risata" racconta nel libro. E non mancano i segni da foro di proiettile trovati nelle mattonelle della cucina.
    A sette anni la sua infanzia sarà travolta anche dalla violenza sessuale subita da un adolescente del vicinato e poi dalle molestie del suo baby sitter. "Si abbassò i pantaloni e mi mise una mano sul suo coso, che non assomigliava per niente alle battute dei maschi su hot dog e tubi per innaffiare. Era duro come un pezzo di legno e sembrava grosso quanto il mio braccio. Me lo fece stringere con entrambe le mani e mi mostrò come muoverle su e giù, e a me diede la sensazione di un affare umidiccio incastrato in qualcos'altro. A un certo punto si stufò. Prese un sacco di cemento vuoto, lo stese per terra, mi ci sistemò sopra e iniziò a spingere fra le mie cosce fin quando non giunse dove voleva" scrive la Karr.
    Per sopravvivere a una famiglia che nonostante tutto lei adora, ma resta pericolosa, la giovane Mary trasformava tutti quanti in personaggi dei cartoni animati. Ma la futura scrittrice aveva bisogno di compassione: "qualcosa che potevo trovare solo nei libri" come lei stessa ha dichiarato e come viene ribadito nella nota che conclude il libro 'Mary Karr, la verità corpo a corpo'. E, infatti la Karr, che ora vive tra Manhattan e Syracuse, ha dedicato la sua vita alla letteratura ed è considerata la "regina del memoir". Famosa, anche se breve, la sua relazione con David Foster Wallace che coincide con il periodo, i primi Anni Novanta, della riconquistata sobrietà, perchè anche lei dovrà fare i conti con alcolismo e depressione.
    E' stato proprio il Club dei bugiardi, uscito in America nel 1995, a consacrarla come una delle voci più autorevoli della letteratura americana ma soprattutto è stato accompagnato da una valanga di lettere scritte da persone che la ringraziavano per la speranza che gli aveva regalato. "I tabù sulle vecchie storie di famiglia erano ormai evaporati e il livello di schiettezza della tribù ebbe un'impennata" spiega l'autrice.
   

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