Cultura

Inedito Balzac della 'Comedie humaine'

Per la prima volta in italiano il bel romanzo 'Albert Savarus'

Redazione Ansa

HONORE' DE BALZAC, ''ALBERT SAVARUS'' (SELLERIO, pp. 230 - 13,00 euro - traduzione di Francesco Monciatti).
    Esisteva ancora un capitolo della grande ''Comedie humaine'' di Honoré de Balzac, ''Albert Savarus'', che non era stato mai inspiegabilmente tradotto in italiano e ora rimedia a questa lacuna Pierluigi Pellini che lo cura per l'editore Sellerio che lo ha fatto tradurre con finezza a Francesco Monciatti.
    Il romanzo, che a suo tempo ebbe un ottimo successo, fu poi messo da parte dalla critica che ne sottolineava ''il romanticismo e la fretta compositiva'', mentre oggi ci appare di sicuro rilievo con quella capacità di ritrarre un'epoca e un ambiente, ma assieme di dargli valori e sottigliezze umane universali, tanto quegli anni di metà Ottocento a Besancon, dove il romanzo si svolge, hanno molti rimandi con la situazione contemporanea. Un racconto dalla prosa piccola e grandiosa assieme, balzachiana quant'altre mai nel puntare sugli interessi materiali, la lotta sociale, con uno stile appena nostalgico e forse un poco datato, ma che oggi fa parte del fascino ella lettura.
    Il protagonista è un avvocato pare bravissimo, appunto Albert Savaron de Savarus, arrivato però a vivere in provincia da Parigi non si sa perché, ma comunque ammirato e coccolato dalla borghesia locale, a cominciare dalla famiglia del benestante e bigotto barone Watterville, la cui figlia Rosalie lo colpisce, ammalia e seduce, pur essendo lei praticamente destinata al bell'imbusto e dandy locale Amédée de Soulas.
    Il gioco di quest'amore Albert lo racconta in un racconto che è quasi cosa a sé, a parte echi e consonanze, dalla narrazione principale o di cornice, in cui si narra dell'amore di un tale Rodolphe per una misteriosa Francesca che si rivelerà una nobildonna sposata a anziano signore: i due si amano ma lei non vuole tradire il marito e gli offre solo grande tenerezza e lui accetta rispondendo che saprà aspettare per riceverla ''dalle mani del tempo''. In questa vicenda, ben articolata e intensa, si riverbera tutta la storia personale di Balzac con madame Hanska, anzi il racconto e scritto certamente pensando a lei tanto che ''non c'è frase che non abbia un significato speciale'', come scrivono i commentatori, per questa baronessa polacca che un giorno diverrà sua moglie, ma quando lui è ormai vecchio e malato.
    Inizia allora la parte coinvolgente del romanzo di Balzac con Rosalie che, davanti a tale rivelazione, comincerà a vendicarsi di quest'amore di Albert per un'altra, intriga, scrive false lettere, lo diffama, sino a una doppia, tripla sorpresa finale che riguarderà il destino personale di ognuno.
    Un romanzo allora che nella storia di Albert/Rodolphe e Francesca è decisamente profondamente e in modo vibrante autobiografico, quindi grande costruzione di vendette, sensi di colpa, accidenti, giudizi e scelte personali in un paesino bigotto e attento al censo, ma che la passione sconvolge più d'ogni altra cosa.
   

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