Cultura

Arriva 'Io e il Papu' di Garlando

Un bambino dialoga con il Papa attraverso figurine calciatori

Redazione Ansa

 (ANSA) - ROMA, 12 APR - LUIGI GARLANDO, IO E IL PAPU (RIZZOLI, PP, EURO). Arcadio ha 11 anni, vive nel quartiere Nomentano di Roma, e non parla da due anni. E' scampato a un attentato con un camion, in cui la madre è rimasta ferita a un braccio, e da allora non ha più detto una parola. Comunica però con le figurine dei calciatori con le quali costruisce una specie di rebus che invia al Papa, dove lui è Arkadiusz Milik e il Santo Padre Papu Gómez.
    Luigi Garlando passa nei suoi libri per ragazzi da Falcone - al quale ha dedicato dieci anni fa 'Per questo mi chiamo Giovanni' (Bur), tra i volumi più letti e adottati nelle scuole italiane - a Che Guevara, alla figura più eccezionale di sempre, il Papa. Ha appena vinto il 'Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2017', nella sezione +11, con 'L'estate che conobbi il Che' (Rizzoli) e sta per arrivare in libreria, il 13 aprile, 'Io e il Papu', il suo nuovo libro sull'amicizia, attraverso le figurine, tra un ragazzino e un Papa che assomiglia tanto a Bergoglio, con cui sarà alla nuova Fiera milanese dell'editoria italiana 'Tempo di Libri', dove verrà presentato, il 20 aprile, dall'autore con Papu Gomez e Pierdomenico Baccalario.
    "L'arco temporale è la Settimana Santa. Dopo la benedizione della domenica delle Palme, con piazza San Pietro gremita, il Papa esamina, prima del riposino, le lettere che gli sono arrivate e rimane colpito da una con quattro figurine" racconta all'ANSA Garlando. La prima - spiega l'autore - è quella di Alejandro Gomez-Papu (Atalanta), la seconda di Arkadius Milik (Napoli), la terza di Lazaros Christodoupoulos (Hellas Verona) e la quarta di Marco Parolo (Lazio). Forse vuole un Vangelo autografo, pensa il Papa ma, cerca di decifrare meglio il rebus e capisce che invece il ragazzino gli sta chiedendo di farlo parlare. Decide allora di andare a trovare il bambino a casa e lo trova chiuso in un armadio". Prima che il Papa se ne vada Arcadio fa uscire però una figurina con il calciatore del Carpi Kevin Lasagna che è un invito a restare a pranzo. "Nasce così un'amicizia. Il Pontefice e Arcadio comunicano con le figurine" spiega Garlando. Insomma, quei cognomi dei calciatori, Basta, Lasagna, Parolo, Totti, danno vita a una lingua speciale che fa da trampolino per l'amicizia tra il bambino e Francesco. "La missione del Papa, per questa Pasqua, diventa così restituire Arcadio al mondo" spiega Garlando, che e' autore anche di libri per adulti e giornalista alla Gazzetta dello Sport.
    Sotto gli occhi increduli delle guardie e degli alti prelati, Francesco si toglie l'abito talare per andare a liberare il bambino dall'armadio di paure in cui è rinchiuso. Arcadio si fida ogni giorno di più del Santo Padre, argentino come El Papu, che si comporta come un nonno e lo porta in giro in car sharing.
    Il bambino ancora non lo sa ma, anche il Santo Padre, ha una grande paura nel cuore.
   

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