Cultura

Il cortile di pietra, quel collegio dell'orrore sembra l'Irlanda

Romanzo di Francesco Formaggi nell'Italia rurale dopoguerra

Redazione Ansa

FRANCESCO FORMAGGI 'IL CORTILE DI PIETRA' (NERI POZZA PP 304, EURO 18,00) "Non esistono in Italia storia simili, oppure non si vuole farle emergere?": è la domanda che si pone Francesco Formaggi, autore del romanzo 'Il cortile di pietra' che ha per protagonista Pietro, bambino di sei anni che, nell'Italia rurale del dopoguerra, finisce in un collegio gestito da suore di fianco al quale si nasconde una fossa comune dove vengono occultate le salme dei bambini morti di stenti o maltrattamenti. Una vicenda che ricorda terribilmente quella della fosse comune scoperta a inizio mese in un ex orfanotrofio cattolico irlandese.
    Quando ha letto ciò che era emerso in Irlanda "sono rimasto veramente sorpreso - racconta Formaggi - perché una delle storie che avevo inserito nel romanzo raccontava proprio di seppellimenti di corpi di bambini in una fossa comune, nel cortile di un collegio. Ma lo stupore derivava principalmente dal fatto che in Irlanda quelle vicende erano balzate all'attenzione della cronaca, mentre in Italia no, restava tutto nell'alone del mistero e della leggenda. Dopo aver scritto il romanzo sono andato alla ricerca di fatti realmente accaduti che raccontassero di ritrovamenti di corpi o scheletri nei pressi di collegi, come accaduto in Irlanda, ma non sono riuscito a trovare niente di concreto. Io però sono andato a cercare con l'indolenza del romanziere, non con la tenacia del reporter".
    La vicenda principale narrata nel romanzo edito da Neri Pozza "viene da racconti, storie narrate nel mio paese (Formaggi è originario della provincia di Frosinone, ndr) sui collegi di suore e sui conventi, che in un territorio fortemente cattolico come il mio hanno una storia lunga e controversa. Non nasce da un spunto di cronaca, ma da esperienze raccontate, da testimonianze anche, perché nell'immediato Dopoguerra era comune nella mia terra che le famiglie indigenti mandassero i propri figli in collegio, principalmente per poter dare loro una minima istruzione. Solo che questi posti poi si rivelavano sempre infernali". E quello che si spalanca davanti a Pietro quando varca le porte del collegio è davvero l'inferno: tutto è sporco, freddo, trascurato, e le suore sono donne dall'animo gelido, indifferenti e severe. Nel refettorio, silenzioso e cupo, viene servito cibo rancido, ma chi prova a lamentarsi o a protestare resta a digiuno. Le suore non esitano a infliggere punizioni e cinghiate e, all'occorrenza, a rinchiudere i bambini nella torre. Per sopravvivere agli orrori del collegio, Pietro stringe amicizia con Mario, un ragazzino sveglio e intelligente, che le suore chiamano 'la peste' e che, più di una volta, ha tentato la fuga. È sempre stato riacciuffato e picchiato, ma non si è mai arreso, fino al giorno in cui una punizione più dura del solito lo fa ammalare. Grazie a lui, "Pietro comincia a scoprire in sé un coraggio nuovo, una forza che - spiega Formaggi - lo spinge verso la ricerca della libertà". Per salvare l'amico, Pietro è costretto ad affrontare il bosco delle sue paure: rimarrà un bambino indifeso, ma trasformato "perché ha scoperto - conclude l'autore - la propria capacità di resistere, di distinguere il bene dal male".
   

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