Cultura

Cucina con June Principessa delle spezie

Viaggio nei 'misteri' della cucina orientale

Redazione Ansa

 (ANSA) - ROMA, 16 MAR - JUNE BELLAMY, L'ANIMA DELLE SPEZIE (GIUNTI EDITORE, PP.190, 22 EURO). Pepe, curry o cardamomo.
    Imparare a 'colorare' i cibi con le spezie. Sapendo che non si tratta solo di sapori. Il pepe, ad esempio, contiene in sé il "guna" ovvero l'energia cosmica. Ad accompagnare i lettori in questo mondo di sapori, ma soprattutto di sensazioni, June Bellamy. Donna di rarissima eleganza, ultima discendente della famiglia reale di Birmana, June Bellamy affida a questa opera parte del suo poliedrico patrimonio artistico. In questo caso la cucina. Per questo, in veste di 'Principessa' delle spezie, Bellamy offre alcune ricette tradizionali della sua terra. E risponde alle domande con l'ironia e la disponibilità di chi ne ha moltissime da raccontare. E non solo di cucina. "L'anima delle spezie - spiega - ci porta nel regno dei misteri e stimola tutto ciò che appartiene alla parte irrazionale della mente.
    Nella vita di tutti i giorni, invece, la base in cucina è un coltello che taglia". Una storia la sua che parte da lontano. Nasce in Birmania nel 1932 da Herbert Bellamy, australiano, e dalla Principessa Linbin Thiktin Ma Lat, discendente diretta della famiglia reale birmana, che dà a June il diritto al suo nome birmano di Yadana Nat Mai, dea dei nove gioielli. Nel 1954 sposa Mariano Postiglione, un medico italiano in missione per l'OMS in Birmania che seguirà nelle missioni in giro per il mondo, affinando anche le sue conoscenze. Nel 1978 sposa in seconde nozze l'allora presidente della Birmania, il generale Ne Win. Rientrata in Italia dopo il breve matrimonio, fonda lo Studio June Bellamy, un'associazione culturale di gastronomia orientale e occidentale, per dedicarsi all'insegnamento della cultura del cibo. Insegnamento che oggi offre ai lettori del suo libro.
    Quale è la spezia irrinunciabile? "Il pepe, però in grani, da macinare prima dell'uso" replica. Ma non è solo l'eleganza a 'condire' la cucina per June che parla di un'attività "più misteriosa che mistica. Ci vuole una profonda conoscenza dei sapori e profumi delle spezie per rendere tale questa esperienza". E per dare il senso cita, Eustazio di Tessalonica, "il cibo - spiega - deve prima dare piacere agli occhi, poi all'olfatto e poi al gusto. E sono le spezie che portano qualsiasi cibo a questo risultato".
    Quale è il primo piatto birmano che ha imparato a cucinare? "Purtroppo quando ero piccola non mi era premesso entrare in cucina, che dalle nostre parti è separata dalla casa. Crescendo ho imparato grazie alla passione e la curiosità per il 'cibo' stimolata dal ricordo degli odori e dei profumi che provenivano dalla cucina di casa. Il primo piatto non si scorda mai: i nostri grilli ripieni e fritti". E il piatto italiano preferito? "Mi piace la grande varietà unita alla semplicità e adoro gli 'spaghetti aglio olio e peperoncino' ma fatti a regola d'arte!".
    (ANSA).
   

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