Cultura

Le notti blu, dolore e tenerezza

Autrice candidata a Strega, ‘felice ma lontana da giochi p

Redazione Ansa

(di Marzia Apice) (ANSA) - ROMA, 13 MAR - CHIARA MARCHELLI, LE NOTTI BLU (Giulio Perrone Editore, pp.236, 15 Euro). "Voglio raggiungere il lettore, come scrittrice mi interessa solo essere letta.
    Vivendo all'estero resto lontana da polemiche e salotti letterari. Quindi ho accolto la candidatura allo Strega con grande allegria e tutto quello che arriverà mi farà piacere.
    Tanto, se ci sono giochi di potere sono fuori dalla mia portata.
    Se invece è questione di fortuna, io comunque non posso farci nulla". Chiara Marchelli commenta così la candidatura al principale premio letterario italiano del suo ultimo romanzo Le notti blu, edito da Giulio Perrone, in libreria dal 9 marzo. Al centro del libro, ambientato tra gli Stati Uniti e l'Italia, ci sono Michele e Larissa, italiani a New York dalla vita agiata, una solida coppia di mezza età intenta a leccarsi inutilmente le ferite per guarire dal dolore più grande, la morte dell'unico figlio Mirko suicidatosi per depressione. Marchelli indaga nelle pieghe di questa famiglia 'amputata', andando a ritroso per svelare retroscena e segreti ingombranti di una storia semplice ma potente, e catapulta il lettore al centro di un ménage familiare fatto di piccole attenzioni e gentilezze quotidiane, abitudini che però a volte non sono sufficienti ad anestetizzare l'angoscia di una madre e di un padre privati del bene più prezioso. "In inglese blu significa anche malinconia, e poi è il colore del cielo e del mare, dell'infanzia, può indicare la depressione del figlio ma anche il colore della memoria condivisa, della tenerezza del genitore. Ecco perché ho scelto questo titolo: le notti blu sono le notti insonni che quel figlio ha lasciato", spiega l'autrice intervistata dall'ANSA. "Vorrei che la mia mano come persona si sentisse poco, perché il mio obiettivo è liberare l'immaginazione del lettore su ciò che sta intorno al termine che ho scelto", afferma, "credo nella suggestione della parola, il linguaggio è una potenza: per questo faccio un lavoro chirurgico sul testo". E senza dubbio l'accurato lavoro di revisione si sente nella lettura: le pagine scorrono veloci, incisive, e hanno il raro sapore della verità, non solo nei tratti precisi con cui sono delineati i personaggi, ma nella descrizione di sentimenti, atmosfere e rapporti familiari. Una fluidità mai scontata e sempre pregnante, ancora più difficile da raggiungere considerando il tema scelto, che è di quelli spinosi, a volte capaci di rappresentare una trappola per chi scrive: "Ho avuto il timore di finire nel troppo facile, o nel patetico parlando del tema della morte di un figlio", dice, "non è accaduto a me, ma è una cosa che ho sfiorato nelle mie conoscenze, un tema in cui mi sono imbattuta e che mi è rimasto dentro. Ho dovuto elaborare, masticare, scavare: la scrittura del romanzo non è stata un'idea ma una necessità". Mentre il dramma narrativo avvolge il lettore nelle sue spire, e la dignità emotiva con cui i personaggi lo affrontano diviene protagonista in ogni pagina, a colpire l'immaginazione è anche la descrizione fisica dei luoghi: da un lato il fascino irripetibile di New York ("la città che ho sposato dal 1999", dice l'autrice), ma anche la bellezza semplice e austera delle montagne della Val d'Aosta. Un ritorno a casa per la Marchelli, che proprio ad Aosta è nata: "La montagna è una passione ritrovata", spiega, "da lì sono scappata appena ho potuto perché mi levava il fiato. Ma di recente finalmente sono riuscita a farci pace". (ANSA).
   

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