Cultura

'La diva nicotina' tra devozione e avversione al tabacco

Iain Gately ripercorre la storia della "magica" pianta

La copertina del libro 'La diva nicotina'

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 14 GEN - IAIN GATELY, LA DIVA NICOTINA (DONZELLI, PP 270, EURO 33,00). Presentato come una musa al suo debutto nel West End, esaltato come una panacea per tutti i mali in Inghilterra, considerato un po' dovunque benefico, con un forte potenziale medico, anche per curare il cancro. Sembra incredibile oggi, eppure un'ondata di contagiosa positività ha accompagnato la scoperta del tabacco.

Ce lo mostra 'La diva nicotina' di Iain Gately che nel suo saggio ripercorre, attraverso i secoli, usi, costumi e storia di come il tabacco abbia sedotto il mondo. Ma senza dimenticare gli avversari che ha avuto, i fumatori condannati, torturati e giustiziati per aver acceso le loro sigarette e i personaggi che sono stati uniti o divisi da questa passione, da Casanova a Hitler, e da Einstein al sigaro di Sir Alfred Hitchcock e di Orson Welles. Il primo divieto è un decreto ecclesiastico emanato a Lima nel 1588 e impediva il consumo ai sacerdoti, prima delle messe, pena la dannazione eterna.

Accompagnato da immagini, il libro - pubblicato da Donzelli, a cura dell'agronomo ed economista Carlo Sacchetto - documenta anche antiche testimonianze come quella dei Maya che hanno raccontato la loro devozione al tabacco in eleganti raffigurazioni dove il fumo è un rituale di relax e contemplazione. Tra le illustrazioni l'Autoritratto con pipa e cappello di paglia di Vincent van Gogh e il Fumatore con braccio appoggiato di Paul Cezanne. Ma insomma, la diva nicotina chi è? Una musa ispiratrice o una strega affascinante? Non si sa, racconta Gately, che ha studiato legge a Cambridge e vive a Londra dove ha lavorato nella finanza d'impresa - in che modo gli uomini abbiano cominciato a interessarsi al tabacco la cui prima coltivazione oscilla, secondo gli studiosi, tra il 5000 e il 3000 a.C. nelle Ande peruviane/ecuadoriane, ma è certo che le forme in cui veniva assunto erano molteplici.

Il tabacco si fiutava, masticava, mangiava, beveva, si spalmava sui corpi, veniva offerto agli dei e il suo succo veniva usato per uccidere pidocchi e parassiti. Ma il suo principale utilizzo, viste le proprietà antisettiche e analgesiche era come medicina per il mal di denti, i morsi di serpente, le ferite. Fondamentale per la formazione spirituale degli sciamani che si drogavano di tabacco nella loro iniziazione ed erano convinti che il fumo passivo fosse una forza benefica per i non fumatori e addirittura che potesse combattere il cancro.


Nel 1492, quando Cristoforo Colombo, arrivò in America, il tabacco e il suo utilizzo erano diffusi in tutto il continente americano e le pipe erano una parte significativa del patrimonio culturale dei nativi americani. E quando la nicotina arrivò in Europa all'inizio affascinò tutti, il tabacco veniva coltivato nei giardini dei palazzi. In Italia il commercio era gestito dal clero. La guerra contro "l'ingannevole erba" cominciò con Giacomo I, il re scozzese d'Inghilterra, e tra rifiuti, mediazioni, usi del tabacco anche come moneta o bottino, è stata un'altalena di approvazioni e condanne del suo uso.

Nella sua biografia del tabacco, Gately ricorda anche la storia di Carmen di Prosper Merimee e la nascita della sigaretta, il sorprendente mondo dei fumatori vittoriani, i pregiudizi verso le donne fumatrici, la sua apparizione nella pubblicità e nei film. E poi il tabacco nelle trincee della prima guerra mondiale, nei campi di prigionia e sul mercato nero. Il viaggio, come ricorda Sacchetto, "è destinato a proseguire" e "se la prevalenza dei fumatori è diminuita nella maggior parte dei paesi, è comunque cresciuto il numero assoluto della popolazione che fuma".(ANSA).
   

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