Cultura

L'Iran svelato di Fabrizio Cassinelli

L'autore e giornalista Ansa racconta il suo libro

Redazione Ansa

 (ANSA) - MILANO, 20 DIC - Dice un proverbio persiano: "Ricordati! Si possono chiudere le porte della città, ma non le bocche della gente". Ed è proprio con questo spirito che, ormai tre anni fa, decisi di recarmi in Iran per vedere con i miei occhi e sentire con le mie orecchie cosa accadesse davvero in quel Paese.
    E' nato così 'L'Iran svelato' (Cdg Edizioni, 2016, pagg. 300) il primo libro che mette a confronto il diario di viaggio di un cronista in un Paese ancora tutto da scoprire - da "svelare", appunto - con l'immagine negativa che ne è stata data sui media per anni. Non è un caso che nel sottotitolo del libro appaia 'Da Stato Canaglia a grande opportunità. Le verità nascoste(ci) sulla nuova Persia'. Parole che sintetizzano la trasformazione repentina che ha portato la Repubblica islamica a passare da 'nemico pubblico n.1' a 'partner commerciale n.1' senza passare dal via. Qualcosa evidentemente non quadra.
    Lo sapevate che gli iraniani non sono arabi, praticano raramente la poligamia, le donne divorziano e votano, e la tecnologia e la ricerca sono molto avanzate?! Che ci sono chiese e sinagoghe? Che i transessuali sono aiutati dallo Stato a cambiare sesso? Eppure in Iran c'è un governo autoritario. E al tempo stesso una Repubblica. Cosa dobbiamo aspettarci davvero da questa nazione? Non dimentichiamo che l'Iran ospita un milione di profughi, ci vende il petrolio, combatte l'Isis e non ha mai iniziato una guerra.
    L'Iran Svelato racconta il Paese attuale in modo positivo, focalizzandosi sulla parte di esso proiettata verso il futuro.
    Così nella prima meta' del libro si descrivono le contraddizioni delle sanzioni internazionali, che hanno affamato la gente senza incidere davvero sul potere, si analizzano le grandi opportunità economiche che l'Iran rappresenta per l'industria e il commercio italiani e la coloratissima e diversificata società iraniana...
    che non e' fatta solo dei 'ragazzi di Tehran'. Come non è fatta solo di impiccagioni o donne con l'hejab, ma anche di nanotecnologie, donne manager, industrie all'avanguardia, ecologia, miraggi di chirurgia plastica, moda.
    Nella seconda si confrontano le notizie date in molti anni da giornali e tv nel mainstream mediatico con la realtà incontrata: una differenza così evidente da sostenere l'ipotesi della premeditata disinformazione. Quindi si racconta di 'Sharq', il principale giornale d'opposizione; delle interviste a un membro dell'ex Onda verde e a uno dei temibili Basiji; della guerra solitaria che l'Iran combatte per noi contro l'esercito di trafficanti di eroina, arginandone il dilagare in Europa; e del il nuovo mondo dei comunicatori, fatto di scrittori di narrativa e blogger.
    Si parla, grazie a un'intervista esclusiva a un esperto dell'industria petrolifera, del grande cambiamento tecnologico che sta per investire il Medio Oriente grazie alle nuove metodologie di estrazione Usa dello 'shale oil', una vera e propria rivoluzione energetica.
    Argomenti controversi, talvolta anche 'scomodi', per spunti di riflessione ad ampio respiro, non solo sull'Iran ma anche sulle nostre, di contraddizioni.
   

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