Cultura

Randazzo, mio avvocato difende i 'cattivi'

Nuovo romanzo 'Doppio inganno' ambientato in Sicilia

Redazione Ansa

   (ANSA) - ROMA, 30 MAG - ETTORE RANDAZZO, DOPPIO INGANNO (EDIZIONI ANORDEST, PP 253, EURO 14,90). La Sicilia con i suoi sapori e odori e quell'amore particolare, sempre accompagnato da quella sorta di risentimento che hanno i siciliani verso la loro terra, come diceva Sciascia. E prima di tutto il funzionamento della macchina della giustizia con al centro l'avvocato Oravediamo che non nega a nessuno il diritto alla difesa. Nel nuovo romanzo di Ettore Randazzo, 'Doppio Inganno' Edizioni Anordest), che sarà presentato il 31 maggio nella casa che Montalbano abita nella fiction dei record di Rai1, ci troviamo di fronte a due omicidi e a misteri imprevedibili.
    "In fondo la casa dove abita Montalbano nella fiction simboleggia per molti la Sicilia. Si trova a Punta Secca che è un paesino vicino a Marina di Ragusa e quando non girano la serie, è un B&B" dice all'Ansa Randazzo, avvocato penalista siracusano, presidente dell'Unione delle Camere Penali Italiane fino al 2006, e autore di romanzi e saggi fra cui 'E forse una condanna al silenzio' (Edizioni Ets) in cui è apparso per la prima volta l'avvocato Oravediamo, e de 'L'avvocato e la verita' (Sellerio) con cui ha vinto il Premio Capalbio. "Sentivo il bisogno di parlare di un avvocato vero, con i suoi dubbi, i suoi errori. Non si può presentare come avvocato per bene soltanto quello che difende gli innocenti come fa l'avvocato Guerrieri di Gianrico Carofiglio. E' un bravissimo scrittore ma ritrae un difensore che è quello che vorrebbe il pubblico ministero. Va difeso anche il lupo cattivo, non solo gli innocenti. Chiunque è presunto innocente fino a quando non c'è una sentenza definitiva" dice Randazzo. "Troppo spesso gli avvocati sono macchiette. Nei libri e nelle fiction troviamo giudici, poliziotti, pubblici ministeri ma raramente avvocati e se ci sono vengono ritratti come criminali, furbetti, come personaggi antipatici che approfittano dei guai altrui. E' vero, abbiamo la nostra patologia, siamo cresciuti in maniera smodata rispetto al fabbisogno e la quantità ha fatto calare la qualità, ma noi siamo i garanti di una giustizia vera che esiste se c'e' una difesa efficace. La prima figura professionale del processo è il difensore" spiega Randazzo. "Ci dobbiamo preoccupare di questo perchè la giustizia non è un affare altrui, è una cosa in cui possiamo incappare tutti" incalza. Nell'isoletta parzialmente immaginaria di Pantalica Marina, che nella realtà è Ortigia, due fratelli latifondisti in difficoltà economica decidono di vendere un vasto terreno che veniva usato per il pascolo e si affidano ad un'agenzia immobiliare londinese. Ma l'affare sarà un disastro e porterà a due omicidi che si scoprirà non essere volontari. L'avvocato Oravediamo, con l'aiuto del medico legale e di un investigatore privato, in due processi, con un imputato scozzese, porterà a galla misteri imprevedibili. "Non solo la Sicilia, volevo dare ampio respiro a questa storia che deve valere per tutti e anche in altri luoghi" sottolinea lo scrittore-avvocato.
    Con grande ironia e autoironia, Randazzo si diverte anche a giocare con i nomi dei protagonisti: ecco dunque il giudice Zittitutti, il pubblico ministero Codicillo e l'uso di espressioni siciliane e di figure come cocchieri, baristi e poveri cristi che si atteggiano a mafiosi "per rendere - dice l'autore - più vivi i personaggi, per mantenere quella spontaneità che rende le cose più autentiche". Anche il giudice e il pubblico ministero sono persone normali, con i loro difetti. E sarà il medico legale a scoprire cose che altri non avevano visto e a trovare la soluzione. (ANSA).
   

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