Cultura

Storie migranti 'Sotto un altro cielo'

Racconti da Maraini a Di Meo, che firma anche la copertina

Redazione Ansa

   (ANSA) - ROMA, 11 APR - AA.VV. SOTTO UN ALTRO CIELO, (LAURANA, Collana Rimmel, pp. 176 - € 14,00). '''Guarda questa fotografia', ha detto il mio compagno mentre, in vestaglia e con le pantofole ai piedi, scaldavo il latte per la colazione. Stavo per dirgli che non mi scocciasse, il latte stava per bollire e si sarebbe rovesciato sul fornello se non lo tenevo d'occhio. Ma dal tono della sua voce ho capito che non potevo non guardare. Ho sollevato gli occhi, ancora assonnati, sul giornale e lì per lì non ho capito: cosa c'è di strano nell'immagine di un bambino addormentato su una spiaggia vuota?''. Quella fotografia, con il piccolo Aylan ormai senza vita sulla sabbia di Bodrum, annegato nella notte mentre il padre sperava di offrirgli un futuro migliore attraversando il tratto di mare che separa Turchia e Grecia, da allora ha fatto il giro del mondo. Così come le immagini dei barconi stracolmi a Lampedusa, delle file umane in cammino attraverso l'Europa, dei ''reclusi'' disperati nei campi d'accoglienza e smistamento.
    Eppure i migranti nei romanzi italiani degli ultimi anni, raramente sono protagonisti, relegati, al limite, a fare parte del paesaggio o, nei noir, a indossare i panni dei delinquente.
    Nasce da qui l'idea di ''Sotto un altro cielo'' (Laurana Editore, pp. 176 - 14,00 euro), raccolta di 11 racconti firmati da altrettanti narratori, promossa da Claudio Volpe, che tutte quelle donne, uomini, bambini, costretti ad abbandonare la propria vita e la propria casa, li pone invece al centro, perché e' proprio scambiarsi le storie che può fare la differenza.
    Capofila, la scrittrice Dacia Maraini, che in ''Un corpo gettato via'' immagina l'irruzione violenta dell'immagine del piccolo Aylan nella vita di una donna italiana. Ma c'e anche il giovane indiano ''Shankar'', nel racconto di Giampiero Rossi, che di mestiere guida un'auto per turisti ogni giorno su e giu' per pochi metri e con grande azzardo finisce per ritrovarsi dall'altra parte del mondo, al freddo, a fare la stessa cosa, ma cosi' può far studiare le sorelle. E poi ''L'ultima fuga'' dalle SS del filosofo Walter Benjamin, scritta da Renato Minore; le torture inaudite subite dalle ''Donne di ferro'' di Claudio Volpe, che una volta scampate all'orrore del califfato e imbarcate su un gommone della speranza si chiedono ''ma come glielo spieghiamo che con l'Isis noi non abbiamo nulla a che fare?''. Sono storie di fuga, di ricerca di un mondo in cui valga la pena di vivere, senza buoni e cattivi, ma umani che scappano, da fame, miseria, guerra e morte, alla ricerca di un mondo in cui valga la pena di vivere. E cosi' può capitare che sbocci l'amore (forse) impossibile tra un clandestino e una benzinaia in ''Atmosfere'' di Gianfranco Di Fiore. Ed ecco ''Leonie'' di Francesca Pansa, il ''Latte appena macchiato'' di Simone Gambacorta, ''Un'altra vita. Contributi. L'ignoranza'' di Paolo Di Paolo, ''In che lingua lo ami?'' di Michela Marzano, ''Il drago di Berat'' di Pierfrancesco Majorino.
    Nella raccolta c'e' anche l'altra faccia della storia, con il racconto di chi quei volti ha il compito di mostrarli al mondo.
    E' il caso Alessandro Di Meo, pluripremiato fotogiornalista dell'ANSA (sua la foto con il fulmine sulla cupola di S. Pietro che fece il giro del mondo), che con ''La forza di uno scatto'' ripercorre tre giorni passati in mare con la Guardia di Finanza, allertati per un naufragio da 700-800 morti a largo di Lampedusa. ''E' difficile farsi carico di tutto quel dolore'', scrive Di Meo. Ma per fortuna ci sono anche 27 sopravvissuti, con i loro sorrisi carichi di gratitudine. ''Ci sono alcune foto che non ho scattato - confessa - perché ho preferito guardare quegli occhi con i miei gli occhi''. Scatti che non vedremo mai, ''forse i migliori'', dice, oggi idealmente accanto al ritratto del piccolo Aylan.(ANSA)

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