Cultura

L'amore di due adolescenti in manicomio

Una raccolta di lettere fra i ragazzi divisi in due reparti

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Redazione Ansa

    (ANSA) - ROMA, 9 NOV - VIRGINIA DELLA TORRE, CIO' CHE RESTA DI NOI (Self Published, pagine,334) L'Amore, quello con la A maiuscola non finisce mai. Potrebbe essere questo il messaggio che si recepisce dopo aver letto il libro della sedicenne, Virginia Della Torre "Cio' che resta di noi". Una storia d'amore intensa e drammatica, ambientata negli anni ottanta nel manicomio di Roma Santa Maria della Pietà, che è stato il più grande manicomio d'Europa, oggi sede del Museo della Mente. Il libro racconta la storia d'amore di due adolescenti molto particolari: Alessandro e Camilla. Ale e' cresciuto praticamente in manicomio, ha il deficit dell'attenzione e iperattivita' ed essendo orfano finisce in manicomio, ma la sua vita sara' completamente stravolta dall'arrivo di lei, Cami, una ragazza semplice, impulsiva e bella che soffre di crisi epilettiche. Il tempo scorre e nella sua caducità i due riescono a crearsi uno spazio tutto loro fatto di affetto, fiducia ma soprattutto di terrore, perché è il terrore che regna sovrano nel luogo in cui i due si trovano, un manicomio. La paura pero' non blocca le emozioni dei due ragazzi ne' sara' da ostacolo al loro splendido amore, così puro e intenso, dando la prova che non esiste niente di più forte al mondo che il vero amore. Il destino - come spesso capita nella vita reale, - ha pero' tracciato per loro cammini differenti, inaspettati, che metteranno a dura prova i loro sentimenti. Un romanzo "epistolare" - come spiega l'autrice - perché ai due ragazzi, proprio per la difficolta' di incontrarsi, perche' "reclusi" in padiglioni separati, non resta che affidare alla carta le loro emozioni. "Uso la scrittura per evadere dal mondo reale, cosi' quando ho iniziato il libro non pensavo a me, alla mia vita, ma poi pian piano che andavo avanti nella stesura involontariamente ho ritrovate nelle pagine qualcosa di autobiografico", ha spiegato Virginia della Torre. E' stato scelto un manicomio perche' "volevo trovare un posto che fosse distaccato dalla realtà che viviamo. E il manicomio è un luogo lontano, distante. L'ex manicomio di Santa Maria della Pietà, che è stato chiuso definitivamente nel 1999, è a Monte Mario, abbastanza vicino casa. Così un giorno, accompagnata da mio padre, sono andata a visitarlo e nelle mie ricerche ho scoperto, tra l'altro, - conclude della Torre - che il nuovo ospedale psichiatrico ricominciò a funzionare nel 1913, il 28 luglio, stesso giorno della mia nascita". (ANSA).
   

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