Cultura

Marzano, il mio 'Papà, mamma e gender'

La filosofa, è necessario fare chiarezza

Redazione Ansa

Un "alieno che si intromette nelle relazioni umane. Uno spauracchio che dovrebbe portare confusione". In questo è stato trasformato il cosiddetto "gender" spiega all'ANSA la filosofa Michela Marzano che "per riaprire il dialogo ed evitare contrapposizioni" ha scritto 'Papà, mamma e gender' (Utet), un saggio che mostra come si stiano facendo passi indietro anzichè in avanti sulla questione del sesso, del genere e dell'orientamento sessuale e come l'amore non abbia né sesso né genere. 

    "E' necessario fare chiarezza e contrastare le discriminazioni. Siamo pieni - dice la Marzano - di stereotipi che rendono la vita molto difficile. La confusione è stata creata da chi si oppone al fatto che ragazzi e ragazze siano uguali. E quando parliamo di uguaglianza lo facciamo in termini di valore e dignità. Si è cominciato a parlare di gender come ideologia per tornare indietro di decenni, per difendere una visione molto semplicista del mondo: bene-male, omosessuale-eterosessuale, dove tutto è da una parte o dall'altra".

    Muovendosi dal presupposto che le sterili contrapposizioni di fatto finiscono col danneggiare i più fragili, la Marzano parte dall'analisi di due video delle associazioni ProVita e Manif Pour Tous Italia diffusi su social network, mailing list, chat e whatsapp, che sono diventati virali fra i genitori italiani, per parlare poi dell'esperienza personale nel capitoletto 'Le cose della vita'. "Si sente parlare della 'teoria gender' ma non esiste una sola posizione, esistono studi di genere che hanno posizioni molto diverse. Le più differenzialiste che sostengono la netta differenza tra uomo e donna e all'opposto la 'queer teory' che nega ogni forma di differenza e dualismo". Nel video di ProVita troviamo un bimbo che torna a casa sconvolto perchè "a scuola - dice la mamma - hanno fatto una lezione di educazione sessuale basata sulla teoria gender" e in quello dell'Associazione Manif Pour Tous Italia si sottolinea "non vogliamo una scuola che confonda i bambini" per concludere "lasciate che le ragazze siano ragazze. Lasciate che i ragazzi siano ragazzi".

    "Sono - sottolinea la Marzano - messaggi angosciosi. Gli attacchi vengono da chi ha una visione semplicista del mondo mentre è nella complessità che si prendono in considerazione le sfumature della vita. Sono molto bravi a organizzarsi quelli che dicono cose come state attenti c'e' un gruppo di persone che vuole distruggere la famiglia mettendo in pericolo i nostri figli. Siamo in un'epoca di estremismi". La Marzano - che ha più volte spiegato come la sua filosofia cerchi di "essere un pensiero incarnato che parte all'esperienza personale" - ha voluto raccontare anche quello che è successo a suo fratello omosessuale. "Vorrei evitare che altri bambini vivano quello che è successo a mio fratello da piccolo perchè era considerato omosessuale. Tante cose allora non si sapevano, oggi si sanno e perchè si deve tornare indietro? E' importante - sottolinea la filosofa - educare alla differenza fin da piccoli.

    Anche alla propria differenza". Tutto per la Marzano, "si basa sull'educazione. Se non partiamo dall'educazione non riusciremo mai 'a riparare il mondo' come dicono i filosofi anglosassoni.
    Questo libro vorrei fosse uno strumento usato da insegnanti e genitori per difendere le proprie posizioni. Ma è rivolto anche ai ragazzi che sono i primi ad averlo letto". La filosofa sta "dalla parte di tutti i bambini. "Dal punto di vista legislativo, nella riforma 'buona scuola' c'e' una riga in cui si parla della necessità di insegnamenti che combattano discriminazioni e violenze di genere ma è tutto da costruire.

    Spero si introduca. Uno dei motivi per cui ho scritto questo libro è perchè spero che non si chiuda questo capitolo prima ancora di aprirlo. Lo ho mandato anche al Ministero dell'Istruzione ma non ho risposte da nessuno" conclude la Marzano che il 13 novembre ne parlerà a Venezia dove il sindaco Luigi Brugnaro ha messo all'indice i "libri gender" e dove le associazioni più attive le hanno già promesso che andranno a contestarla.
   

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