Cultura

Elisabetta II, regina del Novecento

De Leo, sua sfida nel misurarsi tra modernità e tradizione

Redazione Ansa

    (ANSA) - ROMA, 9 SET - FRANCESCO DE LEO, 'ELISABETTA II REGINA' (Aracne editrice, 188 pagine, 15 euro) - Regina lo è sempre stata, dal giorno della successione al trono. Ma esserlo 'così tanto' non era scontato. Eppure è successo. Elisabetta II ha ufficialmente raggiunto il record della sua ava, l'imperatrice Vittoria, e così diventa, ogni giorno che passa, la sovrana più longeva nella (lunga) storia del Regno Unito. Ma non è solo una questione di numeri. Perché la vita di Elisabetta s'intreccia con quella di una nazione che da superpotenza torna ad essere 'semplice' Paese senza per questo dare di matto. E leggendo il libro di De Leo si capisce quanto la regina, con discrezione, sia stata pietra angolare per la difficile transizione.
    "La sfida del suo regno - si legge in un passaggio davvero azzeccato di 'Elisabetta II Regina' - è consistita nel misurarsi con il continuo confronto modernità-tradizione e ripensare la Corona al servizio, prima di una popolazione che doveva ricostruirsi dopo le miserie e le angosce della guerra, poi di una generazione di individui che fu l'avanguardia in occidente di un'epoca di ribellione, contestazione e dissacrazione". Di nuovo: non era scontato. Restare salda nei cuori di un popolo che nel corso del Novecento (e oltre) ha conosciuto la decolonizzazione, la deindustrializzazione, l'immigrazione massiccia (sbocciata solo dopo molti anni in quella multiculturalità 'trendy' che oggi il Regno Unito sfoggia come una delle sue conquiste pur dovendone affrontare i 'lati oscuri') e, appunto, la nascita della società di massa, con i suoi miti e i suoi stili, è il grande miracolo di Elisabetta.
    Che da regina, parliamoci chiaro, si è trasformata in icona-pop.
    E dunque trasversale.
    Non è un caso allora che il 'comunista' Giorgio Napolitano, presidente emerito, in un colloquio esclusivo con De Leo, pubblicato in appendice al volume, si descrive come un "ammiratore" della regina Elisabetta e della sua famiglia, "per il contributo decisivo che hanno dato all'esperienza drammatica del Regno Unito nella Seconda Guerra Mondiale e alla vittoria".
    Un rapporto, quello tra la sovrana e l'ex presidente, che è diventato, nel corso degli anni, più di un normale scambio di formalità fra capi di Stato. A testimoniarlo c'è una lettera - acclusa nel libro - scritta da Elisabetta lo scorso 23 dicembre (2014) in cui la regina, appreso delle "imminenti dimissioni", ci tiene a comunicare la sua "ammirazione" per il modo in cui Napolitano "ha servito il suo paese per tanti anni con senso del dovere e fedeltà, in tempi difficili come in tempi gratificanti". La formula di commiato - in un universo dove la forma è sostanza - dice tutto: "la sua buona amica".
    'Elisabetta II Regina' è insomma un ottimo libro per ripercorrere in modo agile il viaggio di Elisabetta e del Regno Unito verso il XXI secolo ed è impreziosito, in diversi passaggi, con le corrispondenze 'd'epoca' degli inviati dei grandi giornali italiani. Un mix piacevole che testimonia quanto la fascinazione per Elisabetta abbia radici salde e lontane.
   

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