Cultura

Per capire Ebola e le altre pandemie

David Quammen, informare per poter reagire razionalmente

Redazione Ansa

La pandemia di oggi, di cui tanto ci parlano le cronache quotidiane, è quella di Ebola. I media creano così una reazione a catena, una paura che si lega non a dati scientifici ma a pulsioni inconsce, e ci sono ricercatori e medici che dicono che la prima cosa da combattere è proprio questa paura. Non so se questo libro di David Quammen, americano, divulgatore scientifico e autore di celebri reportage, aiuti in questo senso, come credo vorrebbe, o favorisca invece la nascita di ulteriori temibili fantasmi, visto che certo la storia che va dall'Aids alla aviaria, dalla febbre gialla alla Sars, dalla peste bovina appunto a Ebola, trova dei suoi limiti, ma anche delle eventualità di sfuggire a ogni controllo e inquieta i profani con le sue possibilità di trasmissione, a cominciare dalla zoonosi.

    "Quando un patogeno fa un salto da un animale a un essere umano e si radica nel nuovo organismo come agente infettivo, in grado talvolta di causare malattia o morte, siamo in presenza di una zoonosi", che per Quammen "è una parola del futuro destinata a diventare assai più comune nel corso di questo secolo" e ci aiuta a spiegare perché medicina e sanità pubblica siano riuscite a debellare malattie come il vaiolo o la poliomelite, ma non altre come la dengue o la febbre gialla.

    Il titolo del libro, "Spillover", vuol dire tracimazione e credo sia da intendere, oltre che quale passaggio della malattia dall'animale a un gruppo di uomini (come quando in un villaggio del Gabon 18 persone si ammalarono dopo aver macellato e mangiato uno scimpanzé: uno dei primi casi di Ebola), il diffondersi insomma pandemico di una malattia, forse anche come l'eccesso di informazioni allarmistiche. ''Le nuove malattie, come un virus a trasmissione aerea, volano di bocca in bocca nell'opinione pubblica'' e la gente, quando sa di cosa stia scrivendo, domanda all'autore se moriremo davvero tutti (con humour nero lui ha deciso di rispondere sempre di sì, visto che tutti siamo destinati a morire). Proprio a proposito di Ebola, vari medici e Quemman se la prendono col bestseller ''Area di contagio'' di Richard Preston, che - dicono - ama le tinte forti e raccapriccianti, scrive sciocchezze e sia chiaro che la sua è una storia romanzata. Questa inchiesta è stata scritta quasi due anni fa e l'augurio che Ebola si riuscisse a studiare in laboratorio è ormai diventato realtà, grazie purtroppo anche a casi (alcuni finiti bene) che sono stati seguiti e studiati in Occidente e negli Stati Uniti.

    Il libro di Quammen è una lettura impegnativa, anche se chiara per tutti, un vero noir, con pagine piene anche di descrizioni forti nel ricostruire contagi e malattie, che però ci riguarda tutti e, quindi, finisce per coinvolgerci emotivamente, con capitoli che si intitolano "Il cavallo verde" (quello di cui parla l' Apocalisse 6/8 e che si lega al virus Hendra), "Una cena alla fattoria dei ratti", "Ospiti dal cielo" e così via. Comunque conclude dicendo che "fare previsioni, per quel che riguarda queste malattie, è un'esercizio pericoloso" e quel che accadrà dopo "dipenderà dalla scienza, ma anche dalla politica, dagli usi sociali, dall'opinione pubblica (calma o isterica) e la volontà di agire". L'importante è, e le zoonosi ci aiutano a ricordarcelo, che "come esseri umani siamo parte della natura e che l'idea di un mondo naturale distinto da noi è sbagliata e artificiale: c'è un mondo solo di cui l'umanità fa parte, così come Hiv, i virus Ebola o dell'influenza". Quammen dice quindi di non aver scritto il libro per spaventare la gente, ma per renderla consapevole: "noi, al contrario degli animali, possiamo fare mosse intelligenti" e non distruggere o modificare la natura in modo insensato è tra queste.

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