Cultura

Educazione fisica, ecco il Carnage da palestra

In sala il film con Santamaria, Rubini e Finocchiaro

Redazione Ansa

"Ho letto la sceneggiatura e sono stato colpito per la tematica, l'ambiente, i dialoghi e l'evoluzione. Amo i film claustrofobici perché a volare è la fantasia. Ma essendo un cittadino e un genitore, mi sono soprattutto chiesto: cosa avrei fatto io se mi fossi trovato in quella situazione?".
    Così Claudio Santamaria parla del suo personaggio in EDUCAZIONE FISICA di Stefano Cipani, già alla Festa di Roma nella sezione Freestyle e ora in sala dal 16 marzo con 01.
    Tratto dall'opera teatrale LA PALESTRA di Giorgio Scianna, e con il soggetto e la sceneggiatura dei fratelli D'Innocenzo, cosa racconta il film? È una sorta di Carnage parentale in cui gli adulti, alla fine, sono messi anche peggio dei figli. Tutto ruota attorno ai genitori di tre alunni che vengono convocati dalla preside (Giovanna Mezzogiorno) di una scuola media. Motivo dell'improvvisa convocazione, un fattaccio dai risvolti penali di cui i loro figli adolescenti si sono resi responsabili.
    Che fare? I genitori Santamaria e Raffaella Rea, entrambi di classe alto-borghese, e la coppia più modesta composta da Sergio Rubini e Angela Finocchiaro si ritrovano appunto in questa malandata palestra a doversi difendere dalle accuse rivolte ai loro figli.
    Come difendersi? Ognuno reagirà nella misura dei suoi soldi e della sua spregiudicatezza. Ma c'è chi, al contrario, mostrerà una maggior capacità di sacrificio e senso della famiglia.
    Dice Giovanna Mezzogiorno alla Festa di Roma: "Non faccio mai un film se non provo subito empatia. Ora EDUCAZIONE FISICA non è stata una lavorazione facile, è un film molto parlato, molto psicologico, ma questo è anche il suo bello".
    "Il mio personaggio è mite, timido, ma nel corso della storia sviluppa tutta la sua razionalità - dice invece Sergio Rubini -.
    Il suo obiettivo primario è quello di salvare il figlio. Non ha denaro, ma tanto sale in testa. Sono orgoglioso di aver fatto questo film - continua l'attore -. Anche io mi sono chiesto come avrei reagito, ma va detto che in una realtà come quella di oggi in cui i presidi sono presi a schiaffi e le istituzioni hanno perso credibilità, come si vede in questo film, entra in scena la famiglia. In realtà, vogliono proteggere i figli perché vogliono proteggere se stessi".
    Dice, infine, il regista Stefano Cipani : "Ho letto LA PALESTRA nel 2014 e me ne innamorai subito. Era qualcosa tra LA PAROLA AI GIURATI e CARNAGE dove emerge chiaramente l'atteggiamento da branco di questi genitori". 
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it