Cultura

I miei anni Super 8, viaggio nel tempo con Nobel Ernaux

I filmini di famiglia tra il '72 e l'81, film in sala dal 6/12

I miei anni Super 8

Redazione Ansa

ANNIE ERNAUX, la scrittrice francese 82enne che ha vinto il Nobel per la letteratura, ha aperto il baule dei ricordi decidendo di farne un film. Un piccolo gioiello documentario questo I MIEI ANNI SUPER 8, diretto dalla stessa Annie con il figlio David Ernaux- Briot. Presentato alla Quinzaine des Realisateurs a Cannes a maggio, poi a ottobre alla Festa di Roma e ad Archivio Aperto a Bologna, arriva in sala il 6 dicembre con I Wonder Pictures, mentre il 10 dicembre a Stoccolma Ernaux riceve il Nobel.
    "Mi affascinava rendere sia ciò che era intimo sia ciò che era più generale, e anche interrogarmi. Mi interrogo molto quando scrivo e spesso porto queste domande anche nella scrittura dei miei libri. Qui volevo anche mettere in discussione le immagini. Cosa stava cercando mio marito durante le riprese? E noi, cosa ci aspettavamo? La conservazione dei momenti felici è ovvia e, allo stesso tempo, credo che ci sia questo desiderio, condiviso da molti, di costruire una fiction familiare attraverso le immagini".
    Nel film ci sono i filmini girati dal marito Philippe a partire dal 1972, con la cinepresa super 8 appena acquistata per documentare le loro vacanze davvero un po' speciali nel Cile di Salvador Allende, in Albania e altri luoghi. Erano nel dimenticatoio quando il figlio David ha sollecitato per utilizzarli: 5 ore di materiale girato diventati un film di un'ora con la voce della Nobel a raccontare il passato. Un passato privato che diventa testimonianza di mezzo secolo di storia, intercettando i grandi cambiamenti sociali in atto nella Francia e nel mondo di quegli anni. "Rivedendo i nostri filmini super 8, girati tra il 1972 e il 1981, mi è venuto in mente che potessero valere non solo come archivio di famiglia, ma come testimonianza dei passatempi, dello stile di vita e delle aspirazioni di una classe sociale nel decennio successivo al 1968. Volevo incorporare queste immagini mute in una storia che - ha detto - combinasse l'intimo con il sociale e con la storia, per trasmettere il gusto e il colore di quegli anni".
    La scrittrice, la prima donna francese ad essere insignita del Nobel per la letteratura, è da sempre dalla parte delle donne. "Lotterò fino all'ultimo respiro affinché le donne possano scegliere se essere madri oppure no", aveva detto durante la conferenza stampa a Parigi, appena avuta notizia del prestigioso riconoscimento di Stoccolma. Un impegno ancora oggi più che mai valido. Per lei, nata in Normandia nel 1940, "responsabilità" significa anche "considerare che la letteratura puo' avere un'azione", magari "non immediata", ma attraverso ciò che semina "tra i lettori", nella società.
    Il suo rapporto con il cinema, per quanto episodico, non è all'esordio: da un suo celebre libro, il romanzo autobiografico L'Evenement, è stato tratto un film, La scelta di Anna diretto da Audrey Diwan e interpretato da Anamaria Vartolomei, vincitore del Leone d'oro a Venezia 2021 e premiato in vari festival.

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