Cultura

'Fellinopolis', omaggio al maestro di Rimini

La regista, è mistero per il backstage di 'Casanova'

La locandina di 'Fellinopolis'

Redazione Ansa

FELLINOPOLIS di Silvia Giulietti è un documentario 'omaggio' al maestro de La dolce vita che dopo la Festa di Roma approda in sala dal 10 giugno con Officine Ubu.
    Una dimostrazione che l'opera del regista riminese, cinque volte premio Oscar, è ancora una miniera ricca di generose gallerie piene di tesori. Di scena questa volta immagini inedite di backstage e interviste ai suoi più stretti collaboratori (Lina Wertmüller, Nicola Piovani e Dante Ferretti, Maurizio Millenotti, Ferruccio Castronuovo e Norma Giacchero) per entrare, come in un viaggio nel passato, nel backstage di film come LA CITTÀ DELLE DONNE, E LA NAVE VA e GINGER E FRED, un vero e proprio privilegio che Ferruccio Castronuovo ha avuto all'epoca quando Fellini, in genere molto geloso di tutto, gli permise di girare liberamente su questi set. Insomma una vera e propria miniera quella di Castronuovo, che frequentava anche i set di Visconti e Montaldo, di cui la regista ha acquistato i diritti con un solo rammarico: "È scomparso tutto il backstage del Casanova che sembra fosse straordinario. Il materiale - dice Silvia Giulietti - andava tutte le sere al produttore americano e si dice che poi sia scomparso per un incendio alla Paramount, ma io non ci credo".
    Che cosa si vede in FELLINOPOLIS? Intanto come il maestro riminese si comportava sul ponte di comando di un set: prepotente, ironico, divertito e sempre creativo, il regista in questo documentario regala molti aspetti di sé inediti. Come quando dice serio, a mo' di rimprovero, a Mastroianni sul set di GINGER E FRED: "La prima cosa per un attore è saper ballare, recitare è ballare". O quando sottolinea durante un'intervista: "È vero, ho bisogno di armonia con i collaboratori come se stessimo per fare una scampagnata, un viaggio insieme". Condivisa, infine, da tutti gli intervenuti - dalla Wertmuller, sua assistente di regia, fino a Piovani -, la meraviglia di aver lavorato con questo grande personaggio che non faceva altro che mettere in scena i suoi sogni e che chiedeva a tutti i suoi collaboratori "una fede pari a quella dei marinai verso Cristoforo Colombo". "La mia attività registica - spiega la Giulietti - è volta soprattutto alla realizzazione di documentari che raccontino il cinema, narrati da chi il cinema l'ha vissuto e ne ha fatto una ragione di vita. Io stessa sono nata e cresciuta nel cinema; non a caso ancora adolescente mi trovai per la prima volta sul set de La città delle donne. Quasi un segno del destino, che oggi mi vede dietro la realizzazione di Fellinopolis".
    Alla conferenza stampa alla Casa del Cinema di Roma anche l'attrice Liana Orfei che ha raccontato il lungo e storico rapporto di Fellini con il mondo circense. "Fellini faceva parte della nostra famiglia, era uno di noi - ha detto -. Veniva a vedere le prove con gli animali e gli artisti. Non solo: la mattina di Natale bussava al circo insieme a Giulietta per farci gli auguri. Lui diceva che noi eravamo la sua famiglia e per me questo equivale alla vittoria di 15 Oscar". (ANSA).
   

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