Cultura

Banksy, l'arte della ribellione

La storia del misterioso artista da inizi a impero milionario

Redazione Ansa

Irriverente, sovversivo, politicamente scorretto, poetico, a suo modo romantico, capace di creare nuove regole nella fruizione e nella vendita di un'opera d'arte: tutta la storia dello street artist più famoso e misterioso al mondo è raccontata per la prima volta nel film "Banksy, l'arte della ribellione", che era atteso nelle sale italiane il 26, 27 e 28 ottobre. Prodotto da Spiritlevel Cinema e distribuito da Adler Entertainment, con la regia di Elio España, il film avvicina il pubblico alla vita e all'arte di Banksy, artista pioniere della Street Art la cui identità resta ancora per tutti un mistero.
Di Bansky, nato come artista nella scena underground di Bristol, in Inghilterra, si sa poco ufficialmente, anche se negli anni molto è stato detto su di lui, tra verità e leggende: di certo per lui parlano chiaramente le sue opere, vere e proprie icone del contemporaneo, delle quali la potenza espressiva è inequivocabile, così come il valore politico. Dal potere alla guerra, dal capitalismo alla violenza, dall'alienazione al fondamentalismo religioso e politico, tutti i temi che animano le opere di Banksy sono scomodi e di grande attualità: a lui il merito di declinarli attraverso un linguaggio che travalica le nazioni e parla a tutti, senza distinzioni, anche rendendo se stesso e i suoi lavori protagonisti di coraggiose e audaci incursioni che hanno oltraggiato l'establishment. Il film racconta la sua storia dagli inizi, con le sue prime opere di graffiti e street art risalenti al 1990, fino ad arrivare all'impero multimilionario di oggi, creato trasformando il movimento della Street Art in forma d'arte mainstream. Accanto a un raro archivio proveniente da collezioni private, a comporre il film anche una serie di importanti interviste inedite a personaggi molto legati a Banksy, tra cui quelle a Steve Lazarides, promotore d'arte e suo ex braccio destro, all'artista di fama mondiale Ben Eine, uno dei suoi collaboratori più stretti, e a John Nation, che ha gestito il progetto di graffiti in cui è iniziata la sua storia.
"Penso che esistano molte idee sbagliate su Banksy e il suo anonimato ha molto a che fare con questo", ha dichiarato lo scrittore e regista Elio España, "Le persone non pensano a Banksy come a un artista di graffiti, non lo è più, ma le sue origini provengono assolutamente da quel mondo. La sua arte non si estranea dal contesto, lui è il frutto del suo background a Bristol e della cultura e della politica di questo tempo".
"Banksy ha completamente cambiato il modo in cui l'opera d'arte viene esposta e venduta - ha aggiunto - Credo che comprendendo la sua storia, si otterrà anche una comprensione molto più profonda del suo lavoro". (

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