Cultura

i Dardenne, se il fondamentalista è un ragazzino

Da una storia minima il fanatismo delle giovani generazioni

Redazione Ansa

 (ANSA) - ROMA, 01 NOV - Con L'età giovane, già premiato a Cannes per la miglior regia e ora in sala dal 31 ottobre con Bim, Jean-Pierre e Luc Dardenne, registi record di due Palme d'oro (Rosetta, 1999, L'Enfant - Una storia d'amore, 2005) aprono uno spaccato sul crescente radicalismo delle nuove generazioni immigrate, assolutamente integrate ma al tempo stesso affascinate dalla Jihad, dal martirio.
    Il film è il riuscito racconto, con lo stile realistico e documentaristico dei Dardenne che inchioda lo spettatore a seguire con lo stesso passo della macchina da presa, di cosa accade al tredicenne Ahmed (Idir Ben Addi) in un paese del Belgio ai giorni nostri. E' bravo a scuola, viene da una famiglia di origini arabe senza particolari disagi, ha un aspetto mite e gli occhialoni da miope, ma improvvisamente passa dai videogiochi come i ragazzini della sua eta' alle abluzioni, letture delle sure del Corano, preghiere rivolte alla Mecca.
    L'avvicinamento alla religione e' repentino, sull'onda del fascino di un cugino fondamentalista raffigurato con la solita immaginetta imbottito di armi prima del martirio.
    Ahmed di colpo divide il suo mondo in puro e impuro, la sorella con la maglietta corta e' impura, la madre che beve un bicchiere di vino e' impura, la professoressa, che pure lo ha aiutato nei suoi problemi con la dislessia, merita di essere uccisa perche' osa insegnare l'arabo mettendo il corano in versi musicali.
    L'imam locale sprona Ahmed a diventare grande nel segno di Allah e semina cosi' giorno dopo giorno il radicalismo. La strada e' tracciata, per la violenza contro la docente finisce in un centro di rieducazione.
    La storia che ci raccontano i Dardenne e' la storia di una sconfitta politica e sociale: Ahmed non e' abbandonato al suo destino, e' circondato dall'amore della famiglia, dall'impegno degli educatori, della psicologa, del giudice, ma tutto questo non mette che un minimo dubbio in lui. Neanche l'amore di una ragazzina puo' fargli cambiare idea. Abbiamo perso per sempre il determinato Ahmed e i ragazzini delle nuove generazioni improvvisamente fondamentalisti come lui, pronti ad essere reclutati? "Quando abbiamo iniziato a scrivere, non immaginavamo che avremmo progressivamente creato un personaggio cosi' chiuso in se stesso e imperscrutabile, capace di sfuggirci fino a tal punto, di lasciarci privi della possibilita' di costruire una struttura drammatica per recuperarlo, per farlo uscire dalla sua follia omicida", dicono i registi. "Come arrestare l'impetuosa corsa di questo giovane fanatico, impermeabile alla bonta' e alla gentilezza dei suoi educatori, all'amicizia e ai giochi romantici della giovane Louise? Come riuscire a immortalarlo in un istante in cui, senza ricorrere all'angelicita' e alla inverosimiglianza di un lieto fine, potrebbe aprirsi alla vita e convertirsi all'impurezza fino a quel momento abborrita?" e' alla fine la domanda. (ANSA).
   

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