Cultura

E poi c'è Katherine, commedia al femminile

Risate e malinconia con una luminosa Emma Thompson

Redazione Ansa

 (ANSA) - ROMA, 10 SET - Una luminosa Emma Thompson in stato di grazia in una commedia tutta al femminile: la grande attrice inglese è la protagonista di "E poi c'è Katherine", film di Nisha Ganatra che arriverà nelle sale il 12 settembre con Adler Entertainment. La storia ruota attorno a Katherine Newberry, star dispotica e brillante di un "late show" televisivo trentennale: l'artista, a cui Emma Thompson dà il volto, è una leggenda, considerata una pioniera in quanto unica donna ad avere un suo programma di lunga durata. Ma a causa di un inarrestabile calo degli ascolti, Katherine rischia di perdere tutto e di essere sostituita: accentratrice, egoista e allergica alle donne, per cambiare le sorti del suo show dovrà fare scelte rivoluzionarie, accettando di cambiare non solo il suo modo di lavorare ma anche se stessa.
    A darle una mano sarà Molly, giovane di colore dapprima impiegata in un'industria chimica e ora assunta da Katherine solo per ristabilire la parità di genere in un gruppo di soli autori uomini. La ragazza (interpretata dalla bravissima Mindy Kaling che nel film è anche sceneggiatrice e produttrice) con la sua freschezza e il suo talento riesce farsi strada in un ambiente competitivo e misogino come quello televisivo. Il suo problema più grande però è proprio Katherine, con il suo pessimo carattere: Molly infatti, pur venerandola, non ha intenzione di veder calpestati i suoi diritti né i suoi sentimenti. Sono proprio questi due personaggi perfettamente delineati - due donne diverse per età, estrazione sociale, ma ugualmente volitive e talentuose, impetuose e fragili - il vero motore del film: mentre si fronteggiano, Katherine e Molly creano sullo schermo scintille che divertono e fanno riflettere. Tante le questioni che si intrecciano nella commedia, girata interamente in una sempre bellissima New York: c'è il tema del talento femminile, che a volte sembra ancora difficile da accettare, quello dei pregiudizi sulle cosiddette "minoranze", ma anche la complessità dei sentimenti e i limiti che spesso imponiamo a noi stessi per paura di soffrire o di essere giudicati. Nel film però la regista Ganatra celebra soprattutto le donne, il loro istinto e la tenacia, le fragilità, lo sguardo ampio sul mondo e sulle cose, la capacità di rompere gli schemi e la loro forza inarrestabile quando decidono di sostenersi senza farsi la guerra. Con una sceneggiatura intelligente, in grado di mescolare più registri, dal comico al drammatico, "E poi c'è Katherine" ha il pregio della sincerità: irresistibili le battute taglienti e i dialoghi scoppiettanti, che permettono al cast di esprimersi al meglio, credibili i caratteri tratteggiati, attuali le riflessioni sui pregiudizi e le difficoltà nel mondo del lavoro vissute ancora oggi dalle donne e dagli immigrati. (ANSA).
   

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